Il Tar respinge il ricorso di Cassano: l’ex dg resta fuori dall’Arpal

Il Tribunale amministrativo regionale per la Puglia, prima sezione, ha respinto la domanda cautelare che era stata presentata dall’ex direttore generale dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro (Arpal), Massimo Cassano, che chiedeva che fosse sospesa l’efficacia della sua destituzione dal ruolo apicale.

Nel provvedimento il Tar sancisce che: «Considerato, ad un sommario esame degli atti e delle deduzioni di causa, che, in disparte ogni profilo inerente la giurisdizione, sulla quale sono necessari gli approfondimenti della opportuna sede di merito, la mancanza – allo stato – di atti formali impedisce di configurare i presupposti necessari per un intervento cautelare».

In sostanza, non avendo ricevuto Cassano una lettera di licenziamento o un qualsiasi atto formale da parte della Regione, il Tar non può decidere in sede cautelare per la sospensiva di un provvedimento che non esiste. Quindi rimanda il tutto alla discussione di merito della vicenda.

Cassano, infatti, è stato destituito dal ruolo di dg attraverso l’approvazione in Consiglio regionale di una legge che ha cambiato assetto societario e previsto la decadenza del dg.

«Il Tar Bari – commenta l’avvocato Fabrizio Lofoco, in rappresentanza di Cassano – rigetta la sospensiva assumendo che non si tratti di provvedimenti amministrativi e che, allo stato, non si possa decidere la cautelare. Resta da capire come si definisce un “non” atto che incide sul rapporto di lavoro, interrompendolo. Riserviamo di appellare, fermo restando che i diritti del dottor Cassano sono completamente e illegittimamente eliminati».

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