Il risiko delle candidature: scontro tra civiche e Pd. Emiliano incontra Letta

Ore di attesa nel centrosinistra pugliese alle prese con la guerra a distanza fra il Pd romano e le liste civiche che fanno capo al governatore Michele Emiliano. Il commissario pugliese Francesco Boccia ha eseguito il diktat del segretario Letta: fuori i civici dalle liste Pd per le politiche. E dunque addio alle speranze dei due candidati di bandiera: il capo di gabinetto di Emiliano, Claudio Stefanazzi, e l’assessore al lavoro Sebastiano Leo. Lo schiaffo rischia di aprire pericolose crepe lacerando i rapporti fra Emiliano e Letta. Ma la situazione resta molto fluida e ci sono ancora margini di manovra, così come filtra da ambienti delle liste Con, Per la Puglia e Popolari, i tre simboli della galassia Emiliano. Non a caso il governatore ha in programma di volare a Roma lunedì prossimo per rimanerci qualche giorno e incontrare il segretario Enrico Letta. Sarà quella l’occasione per provare a riaprire i giochi e rimettere in discussione la griglia delle candidature presentata al Nazareno nei giorni scorsi dal segretario pugliese Marco Lacarra.

Lo schema, al momento, prevede nei listini proporzionali la conferma al Senato di Francesco Boccia e Assuntela Messina, mentre alla Camera l’onorevole uscente Michele Bordo a Foggia o in alternativa il vicepresidente della giunta Raffaele Piemontese, il collega Marco Lacarra a Bari, mentre su Taranto troverebbe spazio Ubaldo Pagano, anche lui riconfermato, e su Lecce la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone. Nomi che non convincono Emiliano, ma nemmeno il sindaco Antonio Decaro rimasto all’asciutto nonostante puntasse a candidare il suo fedelissimo Francesco Paulicelli, consigliere regionale del Pd.

Il chiarimento Emiliano-Letta, tuttavia, si presenta difficile e insidioso. In molti, nel centrosinistra, chiedono un passo indietro da parte dei due contendenti. Il segretario nazionale dovrebbe riconoscere la rappresentanza ed il peso dei civici, si calcola attorno al 20% in Puglia, grazie ai quali Emiliano ha trionfato per due volte alle regionali oltre a conquistare le grandi città e il grosso dei comuni pugliesi, da ultimo alle amministrative. Il presidente pugliese, invece, dovrebbe abbassare l’asticella delle pretese magari accontentandosi di piazzare uno solo dei due candidati proposti, Stefanazzi e Leo. Il clima, in realtà, è invelenito dagli scenari del futuro congresso nazionale e di quello pugliese del Partito democratico. Due sfide che sotto traccia si incrociano con la questione candidature. Letta, forte dei sondaggi che lo danno al 25% in Puglia, punta liquidare in un colpo solo le leadership ingombranti di Emiliano e Decaro. Operazione condotta attraverso la cooptazione della presidente Capone e soprattutto dell’assessore Piemontese, ingaggiati in lista per ottenere in cambio appoggi decisivi che potrebbero ribaltare gli equilibri del Pd pugliese al prossimo congresso. Una manovra di accerchiamento che, secondo ambienti romani, punta a far fuori anche Decaro estromettendolo da un’eventuale candidatura contro Letta nella corsa per la segreteria al congresso nazionale. Se dal vertice romano uscirà una mediazione il centrosinistra potrebbe ottenere un risultato inatteso in Puglia in barba ai sondaggi. Se il Pd, come dice qualcuno, vuole perdere per altre ragioni, allora tutto può succedere, anche che le civiche possano scegliere altre alleanze.

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