Il Pd Puglia pronto a tornare in piazza contro l’autonomia differenziata, De Santis: «Mina l’unità»

Il 24 aprile il Partito Democratico scende in piazza a Brindisi per protestare contro il progetto di Autonomia differenziata. Sarà il primo evento ufficiale della nuova segreteria regionale guidata da Domenico DeSantis e della presidente Lia Azzarone. Parteciperanno, inoltre, la vicepresidente nazionale del partito Loredana Capone, i deputati Claudio Stefanazzi, Marco Lacarra e il capogruppo al Senato Francesco Boccia.

Segretario De Santis, distribuirete in piazza copie della Costituzione. È a rischio l’unità del paese con l’Autonomia differenziata?

«La Costituzione italiana è la più bella del mondo. Il Partito Democratico è la forza politica che ha nel suo codice genetico i principi e i valori della Costituzione Italiana: il diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione, il suffragio universale, l’uguaglianza davanti alla legge, la libertà dell’informazione, la libertà imprenditoriale, l’unità e indivisibilità della Repubblica. Unità che il governo nazionale vuole minare con il dl Calderoni. Il 24 saremo in Piazza per difendere la Costituzione e contro l’autonomia differenziata.

Il fatto che manifestiate a Brindisi, unico capoluogo di provincia pugliese al voto, è solo un caso?

«Con i nostri parlamentari saremo sotto la lapide di Antonio Gigante che è una tra le più luminose figure dell’antifascismo e della Resistenza italiane. La Liberazione e l’unità d’Italia si devono a persone come lui, hanno perso la vita per consegnare alle future generazioni la libertà e la Democrazia. A Brindisi poi si gioca una partita importante, con Fusco abbiamo rafforzato l’alleanza giallo-rossa».

Ieri il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha dichiarato di aspettarsi entro i prossimi dodici mesi le prime deleghe alle regioni. Bisognava iniziare prima a protestare?

«Spero proprio non avvenga. Le emergenze in questo momento sono altre. Cresce l’inflazione, il prezzo di benzina, mutui, bollette, alimenti, ma gli stipendi sono bloccati. La Meloni in campagna elettorale aveva promesso il taglio delle tasse, invece di fatto siamo davanti ad una emergenza per le famiglie. Cresce la povertà nel ceto medio e tra le partite iva. Ed il Governo invece di occuparsi di tutto ciò accontenta la Lega ed accelera sull’autonomia senza metterci un euro per finanziare la riduzione dei divari tra i vari territori. Stanno dividendo l’Italia, ed iniziano a perdere consenso perché le promesse non le stanno mantenendo».

Quali sono gli aspetti che più temete del ddl Calderoli?

«Questa riforma aumenterà il divario tra Nord e Sud rendendo i meridionali di serie B. Già oggi tra un cittadino della Toscana e della Puglia ci sono divari enormi dovuti alla “spesa storica”. La Puglia ha 20mila operatori sanitari in meno della Toscana a parità di abitanti. Le scuole campane hanno un ventesimo del tempo pieno rispetto alla Lombardia, i bambini calabresi hanno meno posti negli asili pubblici rispetto ai coetanei liguri. Queste differenze sono dovute al divario strutturale della distribuzione della spesa. Per colmare questo divario servono 60 miliardi a favore delle regioni e dei comuni meridionali, ci sono? No! Ecco perché parlare di Lep senza soldi significare prenderci in giro. Prendere in giro il Sud e il silenzio dei politici meridionali di centrodestra su questo tema è assordante».

Ieri era il termine ultimo per la presentazione delle liste per le comunali. Come arriva il Pd pugliese a questo appuntamento?

«Su 51 comuni al voto in quasi tutti abbiamo alleanza con i 5 Stelle, con le liste civiche e con Sinistra Italiana, potevamo fare certamente di più per aggregare il fronte in maniera compatta ma ci siamo insediati da poche settimane e non è semplice ricucire divisioni locali storiche. Ci siamo riusciti ad Ostuni per esempio con Angelo Pomes, dove storicamente perdevamo le elezioni da 15 anni perché eravamo divisi, oppure a Castellaneta con Di Pippa, o a Mola con Colonna. Nel complesso sono molto ottimista, abbiamo schierato candidati sindaci giovani, molte donne come ad Acquaviva con Francesca Pietroforte o Lella De Marco a Pulsano. Stiamo iniziando a cambiare e rinnovare la classe dirigente».

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