Secondo il Movimento 5 Stelle all’ipotesi che fin da ora o in vista delle prossime elezioni regionali in programma il prossimo anno, ci possa essere un’alleanza che comprenda anche Italia viva e tutta la galassia renziana, «ha risposto abbondantemente il presidente nazionale Giuseppe Conte».
Quindi, niente accordo, con i renziani, anche secondo i pentastellati pugliesi, come fa sapere il coordinatore regionale Leonardo Donno. «Il metodo e il merito con cui tutto ciò sta avvenendo e viene assecondato dai vertici del Partito democratico sta aprendo una grave ferita con la mia comunità del Movimento 5 Stelle, una comunità che intende antropologicamente la politica in modo diametralmente opposto» ha spiegato Conte dopo che, nei giorni scorsi, sia l’ex presidente del consiglio che influenti opinion maker dem come Goffredo Bettini avevano avviato delle manovre di riavvicinamento tra le due forze politiche per costruire un’ampia coalizione «che possa battere il centrodestra».
Questo, però, non piace ai Cinque Stelle che restano «alternativi» a Renzi e che considerano una eventuale alleanza «un harakiri che avrebbe un costo pesantissimo per la serietà e la credibilità di un progetto politico alternativo al governo di Giorgia Meloni». D’altronde, non poteva essere altrimenti dopo che proprio l’ex premier aveva organizzato la caduta del governo Conte II a dicembre 2020, portando poche settimane dopo e in seguito a numerose aspre polemiche da parte pentestalletata Mario Draghi a Palazzo Chigi.
In Puglia
Tuttavia, è proprio in Puglia che la questione diventa complicata, visto che gli stessi pentastellati sono dallo scorso mese di maggio fuori dalla maggioranza in Regione, che per ora non comprende gli esponenti di Italia Viva, usciti dalla coalizione in seguito alle indagini che hanno portato la commissione di accesso al Comune di Bari e finora non hanno inteso rientrare, in attesa che il presidente Michele Emiliano rediga «un documento che preveda un Patto per la legalità» e venga depositato un disegno di legge «per l’istituzione di nucleo ispettivo che vigili sull’amministrazione in tema sempre di legalità».
Non è tutto, anche al comune di Bari, i consiglieri eletti Antonello Delle Fontane e Italo Carelli hanno ribadito ieri che il loro «sarà soltanto un appoggio estero alla maggioranza di centrosinistra del sindaco Vito Leccese fino a quando il gruppo del Movimento 5 Stelle non avrà un proprio rappresentante in giunta», dopo le scintille seguite alla nomina dell’esterno Raffaele Diomede, dimessosi poche ore dopo la nomina, proprio a causa del niet dei consiglieri pentastellati.