Il Governo commissaria i Giochi del Mediterraneo, Stefanazzi: «Fitto non blocchi il rilancio di Taranto»

«Ciò che più temevamo è infine accaduto. Il Ministro Fitto, oramai uomo solo al comando, dopo aver paralizzato la spesa Pnrr, Fsc e Por, ora blocca il grande lavoro fatto su una manifestazione internazionale che dovrebbe segnare il definitivo rilancio di Taranto», lo dice il deputato del Partito democratico, Claudio Stefanazzi, a proposito dell’approvazione in commissione Bilancio del Senato dell’emendamento proposto da Fratelli d’Italia e riformulato dal Governo, per la nomina di un commissario straordinario dei Giochi del Mediterraneo di Taranto in programma nel 2026.

«Purtroppo – ricorda Stefanazzi – questa per la Puglia è una triste storia che si ripete: correva l’anno 2003 quando l’allora presidente della Regione Raffaele Fitto, avocando alla presidenza il Por 2000/2006, bloccò tutti i bandi, affondando quel ciclo di programmazione. Oggi, dopo mesi dall’insediamento del Governo Meloni, non solo Fitto non ha fatto avanzare di un millimetro la spesa a valere su praticamente tutti i fondi a disposizione di Stato centrale e amministrazioni locali, ma continua nella sua strategia di accentramento, senza alcun vantaggio per i territori, anzi contro gli stessi».

Per il deputato dem, «se non fosse una tragedia ci sarebbe da ridere immaginandolo, novello Gollum, invocare il suo tesoro. Infine, fatto assai grave, l’emendamento prevede la remunerazione del commissario e della struttura tecnica a sostegno dello stesso per un importo esorbitante pari a circa 6 milioni di euro su 200 milioni di opere. Attualmente, il comitato organizzatore dei giochi agisce a titolo gratuito. E, a conferma di quanto la cifra prevista sia spropositata, voglio ricordare che il commissario dei Lavori della Linea 2 della Metropolitana di Torino (1,5 miliardi di opere) agisce a titolo gratuito. Non ci resta che capire chi otterrà questo incarico, quali competenze abbia e soprattutto non ci resta che capire quanto il Ministro Fitto, salentino di nascita, abbia a cuore la sua terra, al di là dei rancori per le battaglie politiche qui perdute. Ma questo, lo abbiamo tristemente già compreso», conclude Claudio Stefanazzi.

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