I consiglieri regionali si fanno un “regalo di Natale”: torna il trattamento di fine mandato?

Potrebbe spuntare un regalo di Natale per i cinquanta consiglieri regionali nelle pieghe del bilancio di previsione. Si tratta del Tfm, il trattamento di fine mandato, la liquidazione finale per gli eletti introdotta nell’estate 2021 con un emendamento alle variazioni di bilancio e cancellata in fretta e furia due mesi dopo a seguito di una vera e propria sollevazione popolare. Ora qualcuno punta a far risorgere dalle ceneri il contestato provvedimento infilandolo di soppiatto nella maratona in aula del 20 e 21 dicembre facendo approvare la nuova versione del Tfm sotto forma di emendamento. Ci sarebbe già l’accordo bipartisan di tutti i partiti, non senza distinguo e distanze da parte di qualcuno, e la questione pare sia stata sottoposta anche al governatore Emiliano che oltre un anno fa rispedì al mittente la proposta obbligando il Consiglio a tornare sui suoi passi.

Il Tfm, si ricorderà, affiorò dal nulla e fu approvato all’unanimità, in una seduta del 27 luglio 2021, senza alcuna discussione in aula e senza copertura finanziaria. All’epoca prevedeva l’erogazione di 7,1mila euro all’anno a ogni consigliere (anche per gli ex dal 2013) per ogni anno passato in consiglio, 35mila euro totali per una spesa complessiva di quasi cinque milioni di euro a carico alle casse pubbliche. Il metodo scelto per reintrodurre l’indennità (abolita nel 2012) aveva però scatenato l’indignazione dell’opinione pubblica. Da qui i passi indietro convulsi della politica regionale che solo dopo le richieste di abrogazione arrivate dall’allora segretario del Pd Enrico Letta e dal capo dei 5 Stelle Giuseppe Conte, portarono all’abrogazione della legge. Ma l’argomento non è mai stato accantonato definitivamente. Al punto tale che oggi, alla vigilia della maratona in aula, c’è chi sta studiando nei minimi dettagli la formulazione del testo. Un nuovo blitz, insomma, anche se stavolta pare ci siano consiglieri regionali pronti a opporsi. Altri, invece, ribadiscono che la liquidazione è un diritto acquisito che spetta a tutti i lavoratori, politici compresi. E così ora bisognerà aspettare le sedute del 20 e del 21 dicembre se, come si racconta nei corridoi del palazzo di vetro, arriverà l’emendamento a sorpresa che nella distrazione generale, fra uno scambio di auguri e una discussione in aula, potrebbe passare il tanto agognato regalo natalizio.

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