Rischia di prolungarsi per mesi la paralisi legislativa del Consiglio regionale pugliese, ostaggio della guerra sulle commissioni consiliari. Un pasticcio che sta bloccando l’attività del parlamentino, incapace da sette mesi di portare in porto il rinnovo di metà mandato di presidenti e componenti delle sette commissioni consiliari. A complicare il quadro la seduta d’insediamento convocata il 2 febbraio scorso, disertata dai gruppi di maggioranza per assenza di accordo politico sulle nomine dei presidenti. Dopo il flop, la minoranza ha chiesto alla presidente del Consiglio Loredana Capone di superare le beghe politiche, completare le procedure e bloccare la convocazione delle vecchie commissioni ormai scadute essendo stato attivato il meccanismo di rinnovo.
E così ora è tutto fermo in attesa del 15 febbraio, data fissata dalla presidente Capone per la nuova convocazione della seduta d’insediamento delle commissioni. Ma il rischio di ripetere lo stesso flop del 2 febbraio è altissimo considerando tensioni e mal di pancia che continuano a serpeggiare fra gli alleati Pd, Cinque Stelle, Con e per la Puglia. I gruppi di centrosinistra, in particolare il Pd, hanno rifiutato l’offerta del presidente Emiliano, che aveva proposto loro la nomina di un consigliere delegato per compensare il sacrificio di una delle postazioni da cedere ad Azione, il partito di Calenda in procinto di rientrare in maggioranza con i tre ex consiglieri dissidenti Amati, Menna e Clemente.
Ma la soluzione Emiliano della nuova mini delega non piace al Pd, chiamato proprio a rinunciare alla presidenza della commissione Bilancio guidata da Amati di Azione. Indisponibili a caricarsi la casella di Azione anche gli altri gruppi, Con e Per la Puglia, il primo in attesa di incassare la presidenza della seconda commissione guidata dal presidente Antonio Tutolo del Misto, il secondo di confermare il consigliere Vizzino a capo della commissione Sanità. Il Pd non è disposto a perdere la propria presidenza per far posto ad Azione (Amati) e rivendica la postazione della prima commissione Bilancio per il consigliere tarantino Enzo Digregorio indisponibile, così come il resto del gruppo, ad accontentarsi di un posto da mini assessore (delega che Digregorio ha ricevuto e non accettato in passato) in luogo della stessa presidenza. E sempre nel campo del Pd, previste anche le staffette fra il consigliere Michele Mazzarano e il collega Paolo Campo, attuale presidente della quarta commissione. E l’altra fra il presidente Donato Metallo e la subentrante, la consigliera Lucia Parchitelli. A oggi, però, restano tutte ipotesi astratte, se prima non si quadrano le caselle fra gli alleati di governo. Un mosaico oggi impossibile da comporre che rischia di aprire una guerra senza confini di tutti contro tutti, bloccando chissà fino a quanto il parlamentino pugliese.