Giustizia, passa la legge Nordio: addio all’abuso d’ufficio. Nuova disciplina per le intercettazioni

La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il decreto legge Nordio, dal nome del ministro della Giustizia che lo ha presentato, con 199 voti a favore e 102 contrari. Tra le misure più importanti dei nove articoli, che hanno animato le polemiche più aspre non solo tra i gruppi politici di maggioranza e opposizione, ma anche tra gli operatori del diritto e cioè magistrati e avvocati, l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, la modifica di quello di traffico di influenze illecite e della disciplina delle intercettazioni.

Le posizioni

Ha detto il Guardasigilli «è una mano tesa agli amministratori che da oggi potranno firmare gli atti più liberamente». Sotto l’aspetto politico, il via libera al decreto che modifica i codici penale e di procedura penale c’è l’affiatamento ritrovato del centrodestra, dopo giorni di distinguo su Ucraina, Nato, Parlamento europeo ed elezioni francesi, tanto che al termine dello scrutinio uno scrosciante applauso si è levato dai banchi della maggioranza. Così come va annotato che anche Italia viva e Azione hanno votato a favore. Contrari Pd, Movimento 5Stelle e Alleanza verdi e sinistra. Con il via libera di Montecitorio scompare la bestia nera degli amministratori pubblici e cioè l’abuso d’ufficio, mentre la stretta sulle intercettazioni fa dire all’ordine dei giornalisti che «c’è serio pericolo di far calare una cappa di silenzio sulle indagini», anche se lo stesso Nordio ha affermato che «si sta lavorando a un riordino complessivo della materia».

I commenti

Tra quanti hanno votato contro il provvedimento, c’è Giuseppe Antoci, deputato pentastellato, che si dice certo che «la legge verrà bocciata dall’Unione europea perché abuso d’ufficio e traffico di influenze sono reati individuali inseriti nella direttiva dell’Ue contro la corruzione». Di avviso contrario il viceministro di via Arenula e senatore di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto, per il quale «con l’approvazione del disegno di legge Nordio inizia per l’Italia un new deal teso a restituire ai cittadini la fiducia nella Giustizia. Questo primo passo rappresenta un traguardo e non possiamo che dedicarlo al nostro presidente Silvio Berlusconi. La guida di Antonio Tajani ha rilanciato il dna di Forza Italia, moltiplicando l’impegno per raggiungere i nostri obiettivi storici».

Carriere magistrati

E proprio alle idee e ai valori del defunto fondatore del partito che in molti tra i parlamentari azzurri hanno fatto riferimento, rilanciando l’altra grande riforma per la giustizia italiana: ovvero la separazione delle carriere tra i magistrati inquirenti e quelli giudicanti. Un provvedimento che è già incardinato in Parlamento e che fa parte di un più ampio disegno di riordino che comprende anche la riforma del sistema carcerario. Un impegno su cui tutto il centrodestra sembra voler andare avanti e in fretta come ha fatto per l’autonomia differenziata e come sta facendo per la riforma costituzionale del cosiddetto premierato.

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