Giustizia, Decaro: «Bene Nordio. Abuso d’ufficio, rischio paralisi per il Pnrr»

«L’abuso d’ufficio rischia di rallentare l’attuazione del Pnrr, oltre che far finire sotto inchiesta migliaia di amministratori pubblici per fatti che spesso non rientrano nemmeno nelle loro competenze. Perciò siamo contenti che il ministro Carlo Nordio sia orientato a intervenire su quella norma nel senso che i sindaci auspicano da tempo». Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, “promuove” il nuovo guardasigilli che, all’indomani della nomina alla guida del dicastero di via Arenula, ha aperto alla revisione dell’articolo 323 del codice penale.

Sindaco, il governo Meloni intende modificare, se non addirittura abrogare, l’abuso d’ufficio: è contento?

«Certo, è quello che chiediamo da tempo. Con i governi precedenti siamo riusciti soltanto a ridurre l’impatto della norma, ma ovviamente crediamo che si possa e si debba fare di più. Però ci tengo a precisare un aspetto».

Quale?

«Noi sindaci non desideriamo l’immunità o l’impunità, ma solo che le responsabilità nostre e degli altri pubblici amministratori siano definite in modo più preciso».

Lei è per la riforma o per la radicale abrogazione dell’abuso d’ufficio?

«Credo che una modifica sia sufficiente per rendere la norma più precisa e circoscrivere i casi di responsabilità penale. Negli ultimi anni abbiamo visto sindaci indagati per un sottopasso allagato o per un infortunio a uno studente. Ecco, non mi sembra giusto che un amministratore pubblico finisca sotto inchiesta per il semplice fatto di essere tale. Anche perché, tra la fase delle indagini e quella della sentenza che nella stragrande maggioranza dei casi è di assoluzione, c’è la vita delle persone. E per vita delle persone intendo gogna mediatica, titoloni sui giornali, carriere professionali e politiche devastate. Ecco perché sarebbe il caso di discutere anche della riforma di quella parte della legge Severino che prevede la sospensione per 18 mesi dei sindaci condannati in primo grado».

Lei parla a nome dei sindaci, ma non pensa che il problema riguardi anche funzionari e dirigenti della pubblica amministrazione?

«La norma sull’abuso d’ufficio ha spesso fatto scattare la “paura della firma” in molti dipendenti della pubblica amministrazione. Il risultato è quella burocrazia difensiva che paralizza la vita di un ente pubblico».

Questo è un pericolo anche per il Pnrr?

«Certo, sia la paura della firma sia le inchieste per presunti episodi di abuso d’ufficio possono rallentare le attività previste dal Pnrr. Il rischio è reale e concreto».

In questo senso la spaventa di più l’abuso d’ufficio o l’annunciata revisione del Pnrr?

«I Comuni hanno ricevuto parte delle risorse del Pnrr, attraverso le quali hanno bandito gare d’appalto, avviato espropri, affidato incarichi di progettazione come nel caso di Bari Costasud. In altre parole, i Comuni hanno preso impegni nei confronti dei cittadini. Perciò non credo che quelle risorse verranno rimodulate».

Ha già parlato con Nordio dell’abuso d’ufficio?

«Non ancora, ma contiamo di discuterne con lui, con il ministro Raffaele Fitto e con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni già nel corso dell’assemblea annuale dell’Anci in programma dal 22 al 24 novembre a Bergamo».

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