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Giunta regionale pugliese, ora il rebus è Stea: tutti i nodi da sciogliere durante la verifica di maggioranza

Scatta l’ora X della verifica politica alla Regione Puglia all’indomani delle elezioni amministrative. L’esigenza di un confronto fra gli alleati è stata dichiarata apertamente da Con, la civica più rappresentativa della galassia del governatore Michele Emiliano. Una richiesta apparsa peregrina ai più ma che ora prende forma e sostanza. La conferma autorevole arriva dal capogruppo…

Scatta l’ora X della verifica politica alla Regione Puglia all’indomani delle elezioni amministrative. L’esigenza di un confronto fra gli alleati è stata dichiarata apertamente da Con, la civica più rappresentativa della galassia del governatore Michele Emiliano. Una richiesta apparsa peregrina ai più ma che ora prende forma e sostanza. La conferma autorevole arriva dal capogruppo Pd Filippo Caracciolo: «Condividiamo la richiesta dei movimenti civici – sottolinea – Dopo le amministrative è giusto rivedersi per rilanciare il programma di fine mandato, definire il perimetro della coalizione, discutere dei prossimi appuntamenti elettorali a partire dal comune di Bari». Sullo sfondo il nuovo assetto della maggioranza dopo l’addio del consigliere regionale Lanotte dei Popolari in procinto di passare in Forza Italia passando per il misto. Ma anche il caso dell’assessore al personale Gianni Stea rimasto unico rappresentante in aula dei Popolari dopo l’abbandono nei giorni scorsi dello stesso Lanotte e in precedenza del consigliere Massimiliano Stellato, passato ad Azione.

Stea, statuto alla mano, dovrebbe decidere nel giro di cinque giorni se continuare a mantenere l’incarico di assessore o quello di capogruppo dei Popolari ereditato da Lanotte, postazioni con gettone da circa 1.200 euro in più al mese, ma incompatibili fra loro. Se Stea dovesse optare per l’assessorato dovrebbe passare nel gruppo misto, in caso contrario lasciare la delega in giunta per diventare capogruppo di se stesso e dei Popolari. Sulla graticola c’è anche l’assessora all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, dopo la sconfitta del centrosinistra a Brindisi causata dalla candidatura del sindaco uscente Riccardo Rossi sostenuto da Verdi e Sinistra italiana, partiti da cui la Maraschio proviene. Perderà il posto in giunta, non avendo consiglieri regionali a suo sostegno in aula? Certamente sarà uno dei ragionamenti da affrontare in sede di verifica politica laddove gli alleati, ma soprattutto il governatore Emiliano, decidano per un rimpasto della giunta.

Altro tema caldo è il rinnovo di metà mandato per le otto presidenze delle commissioni consiliari in scadenza il 9 giugno con l’obbligo di rivedere gli incarichi. Quasi certa la sostituzione del presidente della bilancio, il consigliere regionale Fabiano Amati, passato in Azione. Ma anche del consigliere Antonio Tutolo, presidente della seconda commissione. Al posto di Amati circola il nome della consigliera Lucia Parchitelli, ma la griglia delle commissioni sarà un altro dei temi da affrontare nell’ambito del tagliando da effettuare alla maggioranza. Il tutto mentre resta in bilico la costituzione dell’intergruppo, il contenitore politico di centro creato dall’ex ministro Beppe Fioroni a cui potrebbero aderire il grosso dei civici legati al governatore Emiliano: l’assessore Sebastiano Leo, il collega Alessandro Delli Noci, i consiglieri Mauro Vizzino, Massimiliano Stellato di Italia Viva e Ruggero Mennea di Azione oltre al consigliere Tammacco. A giorni è atteso l’annuncio ufficiale, ma c’è chi dice che l’operazione potrebbe naufragare. Anche questo, però, sarà un argomento chiave per il centrosinistra regionale chiamato a ridefinire gli assetti interni per quest’ultimo scorcio di legislatura.

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