Il sindaco Rinaldo Melucci vola a Podgorica, in Montenegro, per partecipare a un seminario sulle valutazioni tecniche e le rendicontazioni dell’ultima edizione dei Giochi del Mediterraneo, che si è tenuta in Algeria, e condividere col comitato organizzatore di Orano 2022 informazioni ed esperienze.
Nel corso della due giorni di confronto con le commissioni composte dai delegati dei 26 Paesi che compongono l’organizzazione internazionale dei Giochi, il comitato di Taranto 2026 ha potuto aggiornare gli stakeholder del mondo dello sport sullo stato dell’arte dell’organizzazione, sui dossier di impianti e infrastrutture e sui piani per le operazioni e la comunicazione.
Nel contempo, è stata formalmente annunciata l’intenzione del governo italiano di provvedere ad un organismo commissariale che possa dare rapida copertura finanziaria e semplificazione normativa ai numerosi progetti in rampa di lancio, per Taranto e gli altri comuni ionico-salentini presumibilmente coinvolti.
«Attendiamo con fiducia il commissario e i fondi, tutto il Mediterraneo ci osserva, con governo e Regione non falliremo, sarà una grande svolta per Taranto», ha detto Melucci. «È evidente che i Paesi membri e le federazioni internazionali nutrono grandi aspettative su Taranto 2026 e la capacità dell’Italia», spiega Melucci. «Nonostante le difficoltà fisiologiche di queste grandi manifestazioni e qualche amarezza, restiamo tutti fiduciosi ed entusiasti. A leggere i dati e i trend delle altre edizioni, sarà un’opportunità enorme per l’area ionica, la considerazione dei partner stranieri verrà certamente ripagata. Dobbiamo correre, ma almeno per i progetti relativi alla città ospitante, il capoluogo ionico, siamo in una fase più avanzata, penso allo stadio di atletica, allo stadio di calcio, allo stadio del nuoto e al centro nautico. Mi auguro davvero che con il supporto del governo e della Regione Puglia si faccia presto chiarezza sui compiti e gli strumenti del commissario, si liberino con la massima sollecitudine tutti i fondi necessari, adeguati alle esigenze aggiornate e si riprenda in armonia il cammino, lo dobbiamo a Taranto e all’Italia».