Il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci è pronto a rescindere il contratto per i Giochi del Mediterraneo del 2026 se il governo non ritirerà l’emendamento (in discussione al Senato) di commissariamento del comitato organizzatore presieduto proprio dal primo cittadino.
Melucci lancia un appello ai parlamentari del territorio di tutti gli schieramenti e ai ministri coinvolti Chiede di intervenire rapidamente per sopprimere quell’emendamento, «altrimenti da sottoscrittore unico del contratto che lega Taranto agli impegni internazionali dovrò trarre le mie conseguenze, anche formali», minaccia. «Devo salvaguardare la reputazione e lo sviluppo della città».
Prova a metterci una pezza, con un subemendamento, il senatore Mario Turco, vice presidente del Movimento 5 Stelle. «Se è vero che ci sono diversi ritardi per la realizzazione delle infrastrutture – dice – è anche vero che il capoluogo ionico e la Puglia avrebbero dovuto poter contare su un maggior aiuto dal governo Meloni. A livello istituzionale i problemi si devono risolvere dialogando e lavorando insieme per il bene comune dei cittadini e dei territori, a prescindere dal colore politico. Anziché aiutare Taranto ad accelerare le procedure, il governo ha scelto di lavarsi le mani nominando un commissario che, per forza di cose, bypasserà tutte le tutele contro eventuali ingerenze della criminalità organizzata. Allo stesso modo non terrà conto delle tutele ambientali e dei vincoli paesaggistici e ci sono rischi anche per quanto riguarda l’antiriciclaggio. Presenterò un subemendamento al decreto Pnrr in commissione Bilancio al Senato, per chiedere la soppressione dell’emendamento governativo».
Melucci sostiene di essere stato in qualche modo sabotato dal governo. «È inconcepibile – dice – che il gabinetto del ministro dello Sport Abodi ha deciso di disertare le decisioni del comitato organizzatore. Così risultiamo tutti poco seri agli occhi dei cittadini e del comitato internazionale». Delusione, poi, anche nei confronti del ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto. «In un momento in cui il governo e il Paese devono far fronte a gravi ritardi e recuperare credibilità nei confronti delle istituzioni comunitarie, l’emendamento proposto per il commissariamento dei ventesimi Giochi del Mediterraneo poteva avere tutt’altro respiro e sbloccare uno dei pochi programmi già pronti, per un’area sensibile, al netto dei perfezionamenti che si potevano ancora eseguire, come da ampia disponibilità offerta al ministro Fitto. A lui avevo segnalato che il cronoprogramma contenuto in quel testo di partenza dell’emendamento equivaleva a decretare un rischio insostenibile per la manifestazione. Un evento che, nell’apparente logica del governo Meloni, poteva avere una valenza ben più ampia di quella sportiva nei confronti dei paesi partner del Mediterraneo. Avevamo sollecitato il governo a liberare subito gli iniziali fondi e a fornire riscontro urgente alla Regione Puglia sulla dotazione. Designare l’ennesimo commissario, per altro su una materia non meglio precisata, senza fornirgli questi strumenti, significa offendere le aspirazioni di una comunità, non raggiunge alcun altro obiettivo pratico, purtroppo. Un film già visto con le bonifiche».