Ora c’è da trovare una soluzione. Perché l’impossibilità di costruire e collaudare lo stadio del nuoto a Taranto entro maggio 2026, acclarata dai tecnici del sindaco Rinaldo Melucci e del commissario straordinario Massimo Ferrarese, rischia di pregiudicare i Giochi del Mediterraneo in programma nella città ionica. E mentre si attende il vertice di domani a Roma, quando lo stesso Ferrarese incontrerà i vertici di Coni e Federazione italiana nuoto (Fin), comincia a farsi strada una ipotesi di emergenza: quella di “dirottare” le gare di nuoto verso Bari.
Il problema è legato alla mancanza del piano di fattibilità tecnico-economica per lo stadio del nuoto, una delle opere-simbolo dell’edizione tarantina dei Giochi. Più precisamente, nel corso della riunione di due giorni fa è emerso che il progetto ancora al vaglio della conferenza dei servizi è largamente incompleto e che per ultimarlo e validarlo occorrerebbero altri quattro mesi. Il motivo? Asset, l’agenzia della Regione Puglia che si era fatta carico della predisposizione del programma dei lavori, non ha trasmesso la versione definitiva, cioè quella destinata a essere oggetto della gara d’appalto.
Si tratta, evidentemente, dell’ennesima tegola che cade sulla manifestazione sportiva che nel 2026 dovrebbe portare 4mila atleti di 26 Paesi a Taranto, Lecce e Brindisi, offrendo alla Puglia una prestigiosissima vetrina mondiale.
Per il progetto, infatti, si prevedeva l’approvazione in conferenza dei servizi già a ottobre 2023, in modo tale da avviare i lavori subito dopo e collaudare lo stadio entro la fine di maggio 2026, dunque in tempo utile per la cerimonia inaugurale dell’evento sportivo che è prevista per il successivo 13 giugno. Il braccio di ferro tra Governo e Regione per la ricostituzione del Comitato locale dei Giochi ha poi allungato i tempi, mettendo a rischio la realizzazione della nuova piscina. E ora la mancanza della versione definitiva del piano di fattibilità tecnico-economica sembra davvero la mazzata finale.
Ecco perché domani, a Roma, il commissario Ferrarese incontrerà i vertici di Coni e Federazione italiana nuoto (Fin) e soprattutto Davide Tizzano, ex olimpionico di canottaggio che oggi riveste il ruolo di presidente del Comitato internazionale dei Giochi. L’obiettivo è quello di trovare una soluzione per lo stadio del nuoto. Non sarà facile. I poteri speciali che Ferrarese ha chiesto al Governo, cioè la possibilità di affidare gli appalti delle opere più importanti ricorrendo alla procedura negoziata e non alla più farraginosa procedura del bando europeo, farebbero recuperare due o tre mesi di tempo: troppo poco. Perciò la soluzione potrebbe essere rappresentata dalla piscina di Bari che necessita solo di un semplice adeguamento.
Difficile, però, che il Comitato internazionale dei Giochi accetti questa soluzione che costringerebbe gli atleti a faticose trasferte tra Taranto, cuore della manifestazione, e il capoluogo, che dista circa un centinaio di chilometri. Un altro escamotage potrebbe essere l’utilizzo di una piscina provvisoria, per la quale servirebbe un’altra decina di milioni. L’ultima ipotesi è la peggiore: un’edizione dei Giochi “monca”, cioè priva delle gare di nuoto. È questo che Ferrarese vuole evitare: «Ce la metteremo tutta per far sì che le gare di nuoto si svolgano a Taranto».