Via libera della Camera al decreto per i lavori infrastrutturali in vista del G7, programmato dal 13 al 15 giugno prossimi in Puglia. Numerosi sono stati gli emendamenti presentati in particolare dai componenti dell’opposizione, tra cui gli stessi deputati pugliesi.
Tra questi, ruolo di rilievo hanno avuto le eccezioni al dettato normativo sui poteri del commissario straordinario Fulvio Maria Soccovato, ingegnere dell’Anas, ritenuti «spropositati rispetto alle misure di controllo stabilite dalle norme sulle gare di appalto e sul conferimento di incarichi per i lavori pubblici».
Anche le modifiche chieste dai deputati del Pd di «non consentire affidamenti diretti per importi di lavori superiori alle soglie definite dall’Unione europea» sono state respinte. Così come parere negativo del Governo, da parte del sottosegretario alle Infrastrutture Tullio Ferrante, è stato dato a norme più stringenti «in merito alla tracciabilità dei flussi finanziari rispetto alle opere da realizzare». Tra questi interventi, per cui è stato previsto uno stanziamento di 18 milioni, circa dieci saranno destinati a migliorare gli aeroporti di Puglia di Bari, Brindisi e Grottaglie, ispezionati due giorni fa da una delegazione giunta dall’ambasciata in Italia degli Stati Uniti proprio per verificare le misure di sicurezza.
Altro accapo importante, come ha spiegato Ferrante, saranno «le manutenzioni alla viabilità». Tuttavia, la polemica più accesa è stata innescata in particolare dal Movimento Cinque Stelle che ha presentato ordini del giorno specifici sulla «scelta di ospitare un vertice di rilevanza mondiale in una struttura privata e non, come sarebbe stato più giusto, in un luogo pubblico». Anche perché, dicono i pentastellati, «in passato, come accadde per il G7 de La Maddalena del 2017, poi spostato a L’Aquila, fu scelta l’isola sarda per riqualificarla». Così come bocciata è stata la proposta di Aboubakar Soumahoro del gruppo misto di istituire anche «un forum dedicato all’Africa sul rapporto con i Paesi del G7». Infine, tra le modifiche accolte a Montecitorio, quella proposta da D’Attis di «tener conto nell’affidamento dei lavori anche delle piccole e medie imprese di prossimità». Allo stesso tempo, il parlamentare di Forza Italia, oltre all’orgoglio «di essere l’unico parlamentare di Brindisi», ha sottolineato «il grande lavoro preparatorio che stanno facendo i gruppi di esperti italiani».
Il decreto è stato approvato con 214 voti favorevoli e 65 contrari. Adesso parola al Senato per il via libera definitivo entro il 20 marzo, ma lì non ci saranno modifiche e il percorso sia in Commissione che in Aula sarà molto più spedito.