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Fsc, Emiliano a “Verso Sud”: «Il Governo li distribuisca, senza quei fondi si paralizza l’attività del Mezzogiorno»

«Al di là delle appartenenze politiche, con i colleghi presenti oggi, c'è un rapporto di amicizia e di volontà di collaborazione che travalica tutto. Noi apparteniamo soprattutto alla nostra terra e all’Italia. Le due Zes, appulo-molisana e appulo-lucana sono il frutto di una naturale propensione alla collaborazione, così come l’accordo sulla linea ferroviaria adriatica, per…

«Al di là delle appartenenze politiche, con i colleghi presenti oggi, c’è un rapporto di amicizia e di volontà di collaborazione che travalica tutto. Noi apparteniamo soprattutto alla nostra terra e all’Italia. Le due Zes, appulo-molisana e appulo-lucana sono il frutto di una naturale propensione alla collaborazione, così come l’accordo sulla linea ferroviaria adriatica, per il quale stiamo cercando di collaborare in tutto e per tutto, o in tema di acquedotto, di sanità, di protezione civile. Ovviamente questa collaborazione prevede che anche il Governo centrale faccia la sua parte». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenendo stamattina, in videocollegamento, al Forum internazionale “Verso Sud – La strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo”, promosso da Ambrosetti a Sorrento.

«La Puglia ha fatto un salto di qualità impressionante – ha aggiunto Emiliano -, e questo viene riconosciuto da tutti sotto ogni aspetto, i dati economici pugliesi sono particolarmente buoni. Certo nel Mezzogiorno partiamo da condizioni molto difficili e questo ci lascia sempre sul confine, sebbene in Puglia abbiamo un tasso di incremento del Pil tra i più alti d’Italia e una diminuzione della disoccupazione rilevante: basta poco, una decisione sbagliata da parte del Governo centrale o dell’Europa, una pandemia, un conflitto energetico o militare e, data la delicatezza di tutto il sistema, si rischia di dover ricominciare», ha sottolineato il presidente della Regione Puglia.

Rispondendo a una domanda di Maria Latella sul rapporto con il Governo e il ministro Fitto rispetto ai finanziamenti del Pnrr e Fsc, Emiliano ha detto: «Non distribuire il fondo sociale di coesione mette tutti noi in una crisi spaventosa dal punto di vista della gestione quotidiana. Il ministro ha detto che deve fare venti riunioni con tutte le regioni prima di sbloccare il fondo sociale di coesione, che doveva essere sbloccato l’anno scorso. Si può immaginare che cosa significa non avere l’Fsc per le regioni del sud, che non hanno i bilanci ordinari delle regioni del nord, visto che loro hanno un carico fiscale dell’Irpef e dell’Iva automatico che è molto più alto del nostro».

Per la Puglia e le regioni del Sud, ha evidenziato Emiliano, «questo blocco significa paralizzare l’attività delle regioni. Ciononostante la situazione non è ancora tracimata, anche perché stiamo cercando di capire perché è stato bloccato l’Fsc: il ministro sostiene di dover rimettere in ordine e coordinare tutte le linee di finanziamento. Ma questa è un’operazione impossibile. Non è possibile da parte del Governo centrale bloccare tutte le linee: perché bloccare l’Fsc significa anche impedire l’utilizzo dei fondi europei, poiché c’è il principio del cofinanziamento, quindi bisogna semplicemente accelerare. Lo abbiamo proposto unanimemente, tra destra e sinistra: fissare un Cipes (Comitato Interministeriale per la Politica economica Estera), distribuire l’Fsc e dare le quote di ciascuna Regione come sempre avvenuto per farci realizzare i programmi. E senza fare queste 20 riunioni preliminari, discutiamo come utilizzare sia i fondi europei che l’Fsc per il completamento della strategia, tra interessi nazionali ed interessi locali. Evidentemente questa somma di denaro deve essere tenuta ancora a disposizione del bilancio dello Stato, non c’è altra spiegazione, ma questo significherebbe che c’è una situazione finanziaria preoccupante. Se c’è un problema finanziario lo si dica chiaramente. Se il Governo deve trattenere delle somme e se, probabilmente, dei 48 miliardi di euro dell’Fsc potranno darcene molti di meno perché gli serviranno per tappare altri tipi di buchi, bisogna dirlo anche per dare risposte alle imprese, in Puglia sono 3500, che aspettano i contributi per fare i loro investimenti».

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