«Apprendo che è stata convocata l’assemblea provinciale del mio partito per mercoledì, invito allargato a tutti i circoli, a tutti i segretari, a tutti i componenti di diritto, ovvero parlamentari e consiglieri regionali. Tranne che alla presidente del partito di Bari, ovvero la sottoscritta». Così, in post pubblicato sulla propria pagina Facebook, Titti De Simone, presidente del Partito democratico di Bari, denuncia il mancato invito all’assemblea provinciale.
«Non conosco le ragioni di questa “estromissione” o “espulsione di fatto” – scrive De Simone – posso dedurre che sia motivata probabilmente dalla scelta che ho fatto insieme ad altri dirigenti, iscritti e militanti, nel rispetto del pluralismo e della democrazia interna, che sempre dovrebbe essere garantita, di sostenere alle primarie Michele Laforgia».
De Simone non sostiene infatti il candidato del Pd, Vito Leccese, alle primarie del 7 aprile ma l’avvocato Laforgia, appoggiato da M5s, Italia Viva e Sinistra italiana.
«Le ragioni di questa scelta – aggiunge – le ho motivate collettivamente e politicamente sia nelle sedi del partito sia nelle poche occasioni di confronto che sono state promosse. Inutile ribadirle qui. Abbiamo più volte ribadito che il mio non è un compito da garante, ma un ruolo politico che non può tuttavia essere interpretato con pretesa di neutralità. L’unitarietà che – conclude – peraltro i segretari dovrebbero esercitare, non può e non deve, nemmeno nel loro caso e ne sono convinta, essere agitata come una clava per limitare il sano esercizio delle idee e delle differenze di idee, quando ci sono. Sono di fatto, dimissionata. Non mi avrebbe messo in alcun imbarazzo partecipare all’assemblea provinciale, convocata a sostegno di Vito Leccese, nel rispetto della decisione maggioritaria espressa, avrei ascoltato, nel caso mi sarei confrontata».