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Fitto commissario Ue, altolà dai Verdi ma Cinque stelle e Pd non chiudono la porta

Ci sono due ostacoli davanti a Raffaele Fitto per raggiungere l’obiettivo di diventare vicepresidente della Commissione europea. Il primo muro che si è alzato ieri è quello dei verdi: «Ursula von der Leyen è stata eletta a luglio solo perché ha ottenuto anche i nostri voti del gruppo dei Greens e non quelli dell'estrema destra.…

Ci sono due ostacoli davanti a Raffaele Fitto per raggiungere l’obiettivo di diventare vicepresidente della Commissione europea. Il primo muro che si è alzato ieri è quello dei verdi: «Ursula von der Leyen è stata eletta a luglio solo perché ha ottenuto anche i nostri voti del gruppo dei Greens e non quelli dell’estrema destra. La Commissione non deve spostarsi improvvisamente a destra». Così è intervenuta la presidente del gruppo dei Verdi all’Europarlamento, Thierry Reintke, commentando l’ipotesi che von der Leyen nomini Fitto vicepresidente.

L’eurodeputata ha aggiunto che «l’Italia ha il diritto di proporre il suo commissario, ma indicare un conservatore come parte della leadership della Commissione minerebbe intenzionalmente la coalizione democratica ed europeista di luglio». Un altolà che suona ben più che un campanello d’allarme per la diplomazia italiana.

I Cinque Stelle

Il secondo, invece, vede protagonista l’eurodeputata pugliese Valentina Palmisano, eletta a giugno con il Movimento 5 Stelle, diventando membro della Commissione per lo sviluppo regionale, che dovrà convocare in audizione il ministro italiano a cui verranno fatte domande sull’indirizzo che darà alla sua azione, ma anche ai principi che la ispireranno. «Noi non abbiamo preconcetti – afferma Palmisano – ci fa piacere che sia un italiano e un pugliese, anche se ritengo che come ministro delegato al Pnrr abbia fallito, deludendo i cittadini che avevano riposto speranze, basti pensare ai fondi tolti che hanno sguarnito settori importanti come la sanità e le infrastrutture nel meridione».

Tuttavia, aggiunge l’eurodeputata, «ci atterremo in fase di audizione a quelle che saranno le direttrici che Fitto proporrà per il suo mandato. In particolare – anticipa Palmisano – chiederemo quale sarà la visione di fondo che vorrà dare ai fondi che andrà a gestire. Questo perché non si tratta di risorse che sono stanziate per essere utilizzate come tappabuchi, ma vengono messe a disposizione dall’Unione europea per dare slancio alle regioni meno sviluppate».

Il Partito democratico

Chi, invece, potrebbe dare il suo consenso al ministro di Maglie, come ha annunciato già da giorni, è l’europarlamentare del Pd, Antonio Decaro, per il quale «Fitto è uno con cui si può discutere e trovare accordi». Mentre, tutta la pattuglia dem, su input della segretaria nazionale, Elly Schlein, sta valutando il sostegno al commissario designato dal governo italiano, facendo prevalere l’interesse nazionale sulle questioni politiche interne e di parte.

Così come accaduto nel passato, quando a sinistra hanno approvato le decisioni di governi di centrodestra, quelli guidati da Silvio Berlusconi, come fu nel caso di Mario Monti ed Emma Bonino nel 1994, tanto che cinque anni dopo, nel ’99 l’attuale senatore a vita fu confermato dal governo di centrosinistra guidato da Massimo D’Alema.

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