Festival delle Regioni, sull’Autonomia finisce in rissa ma Calderoli rassicura sui Lep

L’Autonomia differenziata accende gli animi dei governatori presenti al Festival delle Regioni in corso a Bari. E per farlo è bastato un accenno del ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. Durante la cerimonia di inaugurazione di domenica, i rappresentanti degli enti locali avevano deciso di non affrontare la questione, nel nome dell’unità. Ma, incalzati dalle domande dei cronisti, non hanno risparmiato critiche.

Lo scontro

Il più incisivo è stato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che rivolgendosi a Calderoli in platea ha detto di essere “commosso” dopo aver sentito le sue rassicurazioni sulle risorse per garantire i livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Poi gli ha ricordato che la legge sull’autonomia «non prevede costi aggiuntivi per lo Stato: non so come si conciliano le due cose, comincio ad avere qualche dubbio». Dal palco Calderoli aveva sottolineato che, «piaccia o meno l’autonomia, i livelli concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti a tutto il territorio nazionale sono un obbligo». Quindi l’invito del ministro a «mettere da parte le ideologie di destra e sinistra». Non ha esitato a esternare il proprio scetticismo sulla legge Calderoli Vincenzo De Luca, secondo il quale «l’autonomia è pericolosa per la sanità e per la scuola pubblica».

La “zuffa” radiofonica

Il presidente della Puglia Michele Emiliano non è invece riuscito a evitare di esprimersi sul tema, nonostante i buoni propositi della vigilia del Festival, coinvolto suo malgrado in una “zuffa” radiofonica con il presidente della Lombardia Attilio Fontana. Intervistati da Radio 24, i due governatori non si sono trovati d’accordo sull’Autonomia. Emiliano ha sottolineato il differenziale infrastrutturale che si è creato con gli investimenti nel Nord. «Se si vuole fare un meccanismo competitivo fra regioni bisogna metterle tutte nelle stesse condizioni. Quindi i livelli essenziali delle prestazioni e le infrastrutture vanno pareggiate», ha spiegato.

«Il discorso delle infrastrutture può essere vero, ma non c’entra niente con l’Autonomia che è una delega amministrativa», gli ha replicato Fontana. «Eh no, perché se tu metti sullo stesso piano uno che corre con le scarpe e uno senza scarpe la differenza è notevole», ha proseguito il governatore della Puglia. «Ma secondo te senza l’Autonomia il problema si risolve? Non cambia niente. Le scarpe non le hai neanche se non c’è l’Autonomia», ha proseguito nella metafora Fontana. «Con l’Autonomia tu hai in mano il bilancio dello Stato», ha insistito Emiliano. «No, ho in mano – ha ribattuto il governatore lombardo – i soldi che ricevo oggi».

Secondo Fontana, infatti, si tratta di utilizzare i fondi «in modo più efficiente». Per il governatore del Veneto, Luca Zaia, «il centralismo ci ha portato a 3mila miliardi di debito pubblico e a vedere tanti italiani costretti a fare le valigie per andarsi a curare in altre regioni lontane dalla propria». Non la pensa così il governatore toscano, Eugenio Giani, che definisce gli accantonamenti «prelievi forzosi: da un lato si fanno le conferenze stampa per proclamare che si daranno risorse alla sanità, ma dall’altra si sottraggono alle Regioni».

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