Ex Ilva: Tar rinvia l’udienza su stop agli impianti. Urso: «Produzione sotto livelli di sostenibilità»

Il Tar di Lecce ha rinviato la trattazione dell’ordinanza del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che prevedeva lo stop degli impianti a caldo di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, a causa delle emissioni inquinanti.

Era stato il Comune di Taranto, attraverso i suoi legali, a chiedere un rinvio dell’udienza odierna a dopo il 7 novembre quando è prevista la decisione della Corte di Giustizia Europea su un’altra vicenda che riguarda sempre l’ex Ilva e gli aspetti dell’impatto ambientale del siderurgico.

L’ordinanza di Melucci è dello scorso febbraio e ha intimato ad Acciaierie d’Italia e a Ilva in amministrazione straordinaria, rispettivamente gestore e proprietario impianti, a dare risposte entro 30 giorni dal provvedimento sindacale, altrimenti nei successivi 30 giorni avrebbero dovuto fermare gli impianti al centro dell’ordinanza. Acciaierie d’Italia e Ilva in amministrazione straordinaria non vi hanno adempiuto. Anzi Acciaierie ha impugnato l’ordinanza al Tar, anzitutto davanti a quello del Lazio, ma quest’ultimo, per competenza territoriale, ha poi trasferito tutto a quello di Lecce. Quest’ultimo a luglio ha sospeso l’ordinanza del sindaco di Taranto e rinviato tutto al 26 ottobre per decidere nel merito. Oggi infine la decisione di attendere la Corte di Giustizia Europea, una cui decisione favorevole, per il sindaco Melucci, avrebbe effetti positivi anche per la causa aperta davanti al Tar Lecce.

Dell’ex Ilva, intanto, si sta discutendo alla Camera dei deputati dove, nel corso di un’audizione il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha detto che «in questi ultimi travagliati anni, la produzione si è attestata ben al di sotto delle performance storiche e indispensabili per la sostenibilità occupazionale e di mercato di Ilva», evidenziando che «l’impegno del governo è di evitare ad ogni costo la chiusura dello stabilimento ovvero per inerzia e la liquidazione dell’azienda».

Nel frattempo, però, ha spiegato Urso, «dobbiamo garantire agli impianti la tutela della sicurezza sul lavoro e il raggiungimento dei livelli di produzione necessaria cominciando dagli investimenti, che non sono più assolutamente rinviabili, nonché il prolungamento di tutti gli strumenti sociali necessari per gestire questa fase di transizione, e l’impegno che ovviamente il governo ha messo sin dall’inizio della legislatura, in piena consapevolezza di quanto importante sia questo sito strategico siderurgico nel quadro della produzione siderurgica italiana».

E sul memorandum sottoscritto dal ministro Fitto a nome del Governo, il ministro Urso ha spiegato che ne era al corrente e che rappresenta «una tappa e non un accordo» che «dovrà venire».

Il ministro ha poi aggiunto che il memorandum dice «come noi vogliamo impiegare le risorse, portando avanti le risorse pubbliche, i fondi europei, e l’intervento dei privati». Per il Ministro è «interlocuzione iniziata a inizio legislatura e che va avanti per raggiungere un’intesa sull’utilizzo delle risorse pubbliche e private per il mantenimento dei livelli produttivi e ambientali su cui siamo tutti impegnati».

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