SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Ex Ilva, Melucci fa appello a Meloni: «Siamo preoccupati. Il Governo ci riporta indietro nel tempo»

C’è preoccupazione al Comune di Taranto per l’emendamento presentato dal ministro per il Sud Raffaele Fitto al Dl Infrazioni con cui si cerca di blindare la produzione dello stabilimento ex Ilva di Taranto e uscire dalle infrazioni europee. Il testo, ieri, ha avuto semaforo verde in commissione Politiche Ue con solo due modifiche proposte dal…

C’è preoccupazione al Comune di Taranto per l’emendamento presentato dal ministro per il Sud Raffaele Fitto al Dl Infrazioni con cui si cerca di blindare la produzione dello stabilimento ex Ilva di Taranto e uscire dalle infrazioni europee. Il testo, ieri, ha avuto semaforo verde in commissione Politiche Ue con solo due modifiche proposte dal M5S. Agli occhi degli amministratori locali sembra una marcia indietro rispetto ai passi avanti che si erano fatti col ministro delle Imprese Adolfo Urso verso un accordo di programma tra governo ed enti locali per pianificare insieme il futuro dello stabilimento siderurgico più grande d’Europa. Per il sindaco e presidente della Provincia Rinaldo Melucci «Il governo vuole chiudere la porta all’accordo di programma». Al Parlamento è in discussione un maxi emendamento all’art. 9 bis del Dl “Infrazioni”, su proposta del ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, e riferibile ai processi di decarbonizzazione per l’ex Ilva di Taranto.

«Siamo molto preoccupati – stigmatizza Melucci – perché a una prima lettura, con quello che sembra tanto un improvviso e raffazzonato colpo di mano, il governo di centrodestra riporta indietro le lancette del tempo. Se si parla nuovamente di commissari ed esperti lautamente pagati, allora si sta chiudendo la porta a un accordo di programma con la comunità e le parti sociali? Che ne sarà dei forni elettrici se spostiamo le risorse dalle pronte misure Pnrr a quelle futuribili Fsc, di fatto lasciando il pallino in mano al gestore, che equivale a dire ad ArcelorMittal, con gli annessi e connessi? E se in buona fede si vuole decarbonizzare lo stabilimento siderurgico ionico, per andare incontro alle sentenze della Corte Europea e alle politiche europee per la transizione giusta, perché si prevede ancora di limitare i poteri di intervento del sindaco, che è previsto operi nell’interesse di una comunità? E come mai, ancora, l’unica generica riflessione circa la salute delle persone si riferisce a un bilanciamento di interessi, nei fatti superato dal nuovo dettato costituzionale?» , si chiede Melucci.

«Siamo in contatto con i gruppi parlamentari di minoranza e gli esponenti ionici, sappiamo che stanno svolgendo un lavoro complicato per evitare in corsa questo scempio con dei sub emendamenti, a tutela del destino di Taranto. Lo ribadiamo forte e chiaro: per l’ex Ilva c’è spazio solo per un accordo di programma serio, oppure per la chiusura definitiva, una terza strada con nuove dilazioni e norme fuori dalla morale, fuori dal tempo e fuori dagli interessi nazionali non è più sostenibile. Il governo ripensi con urgenza alla sua proposta di emendamento al Dl “Infrazioni”. Non avrei mai voluto dirlo e mi appello alla premier Giorgia Meloni, ma il suo esecutivo sta sistematicamente smantellando tutti i progressi e le conquiste del nostro territorio di questi ultimi anni, non possiamo andare avanti in questo modo».

ARGOMENTI

ex ilva
politica
rinaldo melucci
taranto

CORRELATI

string(0) ""

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!