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Europee, c’è anche la barlettana (di origini iraniane) Shady Alizadeh: «Porterò a Bruxelles le esigenze dei nostri agricoltori»

In quota Pd scende in campo, in vista delle elezioni europee del prossimo 8 e 9 giugno, l’’avvocata 35enne barlettana (ma nata a Terlizzi e di origini iraniane) Shady Alizadeh. Esperta di welfare aziendale di genere nonché attivista del movimento «Donna vita libertà» fa chiarezza sulla sua visione dello scenario politico attuale. Nel settembre 2022…

In quota Pd scende in campo, in vista delle elezioni europee del prossimo 8 e 9 giugno, l’’avvocata 35enne barlettana (ma nata a Terlizzi e di origini iraniane) Shady Alizadeh. Esperta di welfare aziendale di genere nonché attivista del movimento «Donna vita libertà» fa chiarezza sulla sua visione dello scenario politico attuale.

Nel settembre 2022 si è candidata al collegio plurinominale Foggia- Bat alla Camera, oggi è candidata al collegio Sud per le elezioni europee, cos’è cambiato nella sua percezione politica?

«In questi due anni è cambiato tanto, c’è un governo di destra che sta assumendo posizione estreme in tema di diritti e libertà delle donne e che ha creato disparità territoriali con l’autonomia differenziata. È cambiata anche l’organizzazione del Pd regionale. C’è un nuovo segretario e una nuova segreteria della quale sono responsabile del dipartimento diritti».

Tra pro e contro, cosa ne pensa del fatto che la Schlein si candidi senza che il suo nome appaia nel simbolo del Pd?

«La scelta della Segretaria Elly Schlein è stata ponderata dopo un dibattito interno e questo a dimostrazione di un percorso partecipato che al momento esiste solo nel Pd. Siamo una comunità».

E del fatto che i leader nazionali dei partiti si candidino senza poi andare materialmente a ricoprire un seggio?

«Non condivido la personalizzazione della politica. è necessario che la partecipazione sia aperta e volta a formare una comunità per poi rappresentarla. Comprendo anche le esigenze elettorali poste da queste elezioni».

Passando alla politica internazionale, invece, quale deve essere il ruolo dell’Europa nella guerra in Medio Oriente?

«L’Europa deve diventare un attore unito nello spingere anche nei consessi Onu la promozione di un percorso diplomatico di pace. Non possiamo agire più come singoli stati ma diventare un Europa in grado di promuovere ad unica voce un dialogo diplomatico».

Fa discutere l’alto tasso di assenteismo alle urne nelle ultime competizioni elettorali, qual è il vero ingrediente affinché la politica riconquisti la fiducia della gente?

«Dobbiamo ritornare ad occupare gli spazi del confronto e del dibattito».

“Donna vita e libertà” è anche il suo motto, nella sesta provincia pugliese le donne come sono “messe” in termini di parità di genere?

«Donna vita libertà è un movimento universale che ha posto il quesito in tutto il mondo sul ruolo delle donne. C’è un filo nero che unisce tutte le donne del mondo ed è la disparità di trattamento. Non possiamo ritenere che questa disparità non esista perché è ormai centrale anche nel Pnrr che ha promosso azioni per contrastarla. Come avvocata mi sono sempre occupata di parità di genere nei luoghi di lavoro. I dati Ista e Inps sono chiari: noi donne guadagnano di meno, siamo costrette a scegliere tra lavoro e famiglia e siamo le prime a perdere il lavoro nei periodi di crisi».

Quanta Europa porterà nella Bat qualora fosse eletta?

«Dobbiamo, piuttosto, portare in Europa le esigenze del settore agricolo, artigianale e sociale del nostro territorio tenendo a mente anche il tema della salute, dell’ambiente e dei cambiamenti climatici».

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