«Quello che ci è stato detto oggi evidentemente conferma il sospetto che ho sempre avuto, cioè che in realtà il governo vuole mantenere in mano i 48 miliardi di euro dell’Fsc al fine di utilizzarli in maniera diversa da come previsto dalla legge» secondo cui «l’80% del Fondo vada assegnato al Mezzogiorno e il resto alle altre regioni italiane». Così il presidente della Regione Puglia e vicepresidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Michele Emiliano, a margine della seduta straordinaria della Conferenza Stato-Regioni, convocata a Roma alla presenza del ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, in cui si è parlato di politiche di coesione.
«Immaginate un po’ – ha aggiunto Emiliano commentando cosa è stato prospettato dal Ministro – tutte le 20 regioni che partecipano all’Fsc, impegnate in singoli incontri, ai quali dovrebbe partecipare ogni volta anche il Ministro del ramo competente rispetto ad ogni investimento. Una procedura che porterà via mesi».
Questo, per il presidente della Regione Puglia, impedirebbe «il funzionamento delle regioni non solo sulle infrastrutture, come le strade per esempio. Ma anche per settori fondamentali del nostro paese come la cultura: non sarà possibile utilizzare i fondi europei per le regioni del Mezzogiorno e neanche quelli dell’Fsc, sballando le programmazioni di tutte le attività regionali». Per Emiliano questo provocherebbe «danni incalcolabili».
«Devo essere sincero – ha aggiunto il governatore pugliese – ho visto il ministro Fitto in una enorme difficoltà anche di fronte alle regioni della sua stessa parte politica, che gli avevano posto la stessa richiesta delle regioni del centrosinistra. Ha detto no a noi e ha detto no a loro. Il perché si stia infilando in un tunnel del genere, ripeto, non può che destare sospetti o addirittura l’idea che, siccome si è fissato su una posizione, adesso non sappia come uscirne. In entrambi i casi però la tragedia non ricadrà solo sul governo e su di lui, ma sul Paese intero».
Emiliano ha voluto anche rispondere a chi ancora afferma “ma come mai il Sud non spende i Fondi Europei?”: «Dal portale del Ministero – ha detto Emiliano – si può verificare che le regioni del sud hanno speso le risorse europee come tutte le altre. Trattandosi di risorse molto più importanti, l’andamento della spesa ha tempi diversi. Non ci sono differenze sostanziali tra nord e sud sulla spesa del Pnrr».
E a proposito di Pnrr, Emiliano ha affermato che «c’è solo un errore che avevamo più volte indicato anche al governo Draghi: avevamo detto di non tagliare fuori le regioni dalla spesa del Pnrr, altrimenti avrebbero avuto i foderi a combattere e le sciabole appese ai muri. Le uniche entità italiane che riescono a spendere in tempi rapidi fondi europei e fondi nazionali sono proprio le regioni. I ministeri sono alla metà della performance delle regioni».
«Senza Fsc è impossibile il cofinanziamento dei fondi europei, quindi si sta ritardando anche la programmazione dei fondi europei», ha detto ancora Emiliano. «Ricordo che in Puglia abbiamo obbligazioni giuridicamente vincolanti anche sull’Fsc, anche su quelle del vecchio quadro, al 99%; significa che abbiamo impegnato tutto. Siamo la prima regione italiana per la spesa dei fondi europei e probabilmente anche la prima nella spesa dell’Fsc. Ciononostante veniamo frenati. E anche le regioni perfette, vengono frenate in attesa di questi incontri lunghi, defaticanti».
Prima dell’incontro con il Governo, il presidente Emiliano aveva partecipato alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per portare alla Stato-Regioni una posizione comune, riunione che si era così conclusa con la determinazione di chiedere «l’immediata fissazione della seduta del Cipes per effettuare la ripartizione dell’Fsc secondo le intese stabilite con i governi precedenti, per poter cominciare velocemente a lavorare. Questa è la condizione fondamentale per qualunque altra nuova interlocuzione con il governo. È sempre accaduto che l’Fsc sia stato assegnato alle Regioni nelle quote previste e che ci sia stata una intesa tra Regioni e Stato, e soprattutto i ministeri, per l’adeguato coordinamento della spesa. La struttura centralizzata che il ministro Fitto sta progettando dovrebbe svolgere questo lavoro per conto di tutti gli altri ministeri, con difficoltà che secondo noi sono gravissime e speriamo non ritardino ulteriormente la spesa. Abbiamo perso cinque mesi sull’FSC con il vecchio governo e altri cinque con il governo in carica».