Emiliano-Governo, riecco le tensioni: ora l’accordo sui fondi di coesione può slittare

Chi si aspettava una firma in pompa magna, in occasione dell’imminente Festival delle Regioni, è destinato a rimanere deluso. Già, perché il tanto atteso accordo di coesione tra la Puglia e il Governo centrale non sarà siglato. Almeno per il momento. A impedirlo sono motivi tecnici, certo, ma anche tensioni politiche tra il presidente pugliese Michele Emiliano e Palazzo Chigi. Un indizio c’è: la premier Giorgia Meloni dovrebbe disertare l’evento in programma a Bari da sabato a martedì prossimo.

Gli indizi

A insospettire gli addetti ai lavori è stata la mancanza del nome di Giorgia Meloni sul programma del Festival delle Regioni. Proprio la presidente del Consiglio, infatti, dovrebbe apporre la firma sull’accordo destinato a sbloccare quasi sei miliardi e mezzo di euro destinati alla Puglia. Discorso simile per il ministro Raffaele Fitto la cui presenza a Bari, a pochi giorni dalla giornata inaugurale del Festival, non è confermata. Se due indizi fanno una prova, la Regione ha poco da stare serena: i quattro miliardi e mezzo del Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) e i circa due dei Programmi operativi complementari (Poc) non saranno incassati a breve.

I problemi

All’origine dello slittamento della firma ci sarebbero due ordini di problemi. A livello tecnico, i vertici del Dipartimento delle politiche di coesione avrebbero rimesso tutti i progetti presentati dalla Puglia sotto la lente d’ingrandimento. L’obiettivo è verificare che ciascuno di essi non sia stato finanziato attraverso altri canali. D’altra parte, la strategia adottata da Fitto, fin dal suo insediamento al vertice del Ministero delle Politiche di coesione, è orientata al riassetto delle linee di finanziamento dei progetti, così da gestire le risorse disponibili in modo più razionale.

Il secondo ostacolo alla firma, però, è di natura politica. A Palazzo Chigi non sono andate giù le parole pronunciate da Emiliano a Bari, all’inaugurazione della Campionaria: «L’assenza della premier Meloni è dovuta probabilmente al fatto che qui non trova gente che la applaude senza critica». Da Roma la replica non si è fatta attendere: «Qualcuno ha spiegato a Emiliano – racconta un pugliese ben acquartierato nei palazzi della Capitale – che non può mostrarsi accomodante quando deve incassare i fondi e poi sparare a zero quando è lontano dai tavoli delle trattative».

La prospettiva

Ecco perché la sigla dell’accordo di coesione arriverà, ma non tra sabato e martedì prossimi e probabilmente in una stanza appartata di Palazzo Chigi come avvenuto col presidente campano Vincenzo De Luca. Meloni non vuole che la firma si trasformi in un trionfo per Emiliano al quale non perdona le parole pronunciate in Fiera del Levante. Quanto alla data, le risorse di Fsc e Poc saranno assegnate alla Puglia prima del 12 novembre, quando Fitto sosterrà l’audizione decisiva per diventare vicepresidente della Commissione europea.

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