Emiliano e Salvini? Uniti dall’avversione per Fitto. Tra i due leader asse su Pnrr, Fsc e Regioni

C’è un dato politico chiaro che emerge dall’inaugurazione della Fiera del Levante, il rafforzamento dell’asse politico tra Michele Emiliano e Matteo Salvini. Sulla carta il diavolo e l’acqua santa, nella realtà due leader che si rispettano e si sostengono a vicenda con un “nemico” in comune: il ministro Raffaele Fitto.

Non è un caso che il governatore pugliese abbia dedicato mezzo intervento, durante l’inaugurazione della Campionaria nella Fiera del Levante, ad attaccare a testa bassa le iniziative del ministro del Sud senza peraltro mai citarlo. «Come si fa a rimodulare il Pnrr – ha detto Emiliano – sottraendo progetti e investimenti in Puglia (da 2.300 euro pro capite iniziali a poco meno di 1.900 euro per abitante dopo la rimodulazione) proprio ora che la Regione è diventata attrattiva per giovani e aziende? Com’è possibile azzerare le Zes buttando a mare tutto il lavoro svolto finora? Perché impedire l’uso dei fondi Fsc per finanziare cultura, turismo e servizi sociali?».

Critiche velenose, eccezioni puntuali che avrebbero meritato una difesa, quanto meno d’ufficio, da parte del vicepremier intervenuto alla cerimonia inaugurale proprio dopo Emiliano. E invece Salvini si è guardato bene da affrontare la questione Fitto e i dossier europei, ha glissato spostando l’attenzione su temi non divisivi, prendendo il suo Ministero, quello delle infrastrutture, come tema condiviso per tenere insieme il Paese unendolo idealmente dal Brennero a Lampedusa entro la data del 2032, anno in cui sarà pronto il traforo della Torino-Lione. Il leader leghista ha auspicato dialogo e confronto su riforme contestate come l’autonomia differenziata. Passaggi che aprono alla leale collaborazione istituzionale che uniscono i territori in barba al nuovo modello centralista di Fitto. Lo stesso Emiliano in precedenza aveva invocato l’aiuto di Salvini in un passaggio chiave del suo intervento: «So che non tutti i ministri e le forze politiche di centrodestra condividono le scelte sui fondi europei e sull’autonomia differenziata».

La risposta è puntualmente arrivata a conferma di un’asse nemmeno tanto segreto che ha trovato spesso sponda anche in Regione Puglia. Già dalle elezioni del 2020 la Lega fu accusata di scarso impegno in favore di Fitto, all’epoca dato in vantaggio di dieci punti dai sondaggi e poi sconfitto in volata dallo stesso Emiliano. Da allora il gruppo leghista e il governatore, ma anche molti esponenti autorevoli del suo staff, hanno costantemente dialogato con parlamentari e consiglieri regionali del Carroccio. Quanto a Fitto, la rottura con Salvini si consumò qualche anno fa, dopo la nascita del contenitore politico dei Conservatori e Riformisti a cui l’attuale ministro del Sud aderì convintamente a partire dal 2015. Successivamente decise di entrare nella Lega e propose all’attuale ministro Giancarlo Giorgetti di unire i due simboli, carroccio e leone dei conservatori europei. Salvini, però, bocciò sonoramente la proposta e il matrimonio andò all’aria creando uno strappo fra i due mai più ricucito.

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