Emiliano alla festa del Pd: «Fitto pericoloso, Meloni lo fermi». E sul futuro: «Potrei tornare a fare il pm»

Il ministro Raffaele Fitto? «Più facile dialogare con Meloni che con lui. Sta bloccando l’economia e va fermato nell’interesse dell’Italia». La segretaria dem Elly Schlein? «Non c’è un solo punto sul quale io sia in disaccordo con lei». La scelta del candidato di centrosinistra alle comunali di Bari e Lecce? «Quando più persone ambiscono a fare il sindaco si fanno le primarie». È un fiume in piena Michele Emiliano, ospite della seconda serata della festa dell’Unità organizzata dai vertici regionali del Partito democratico a Torre Suda.

Il presidente della Puglia ne ha innanzitutto per il suo avversario storico al quale la contesta le scelte in materia di Pnrr, Fondo di sviluppo e coesione e fondi europei. «Definanziando progetti del Piano di ripresa e resilienza già avviati – tuona il governatore – Fitto ammazza i Comuni e il modello di sviluppo della Puglia. Ha la mania del controllo dei soldi e la pretesa di negoziare con Regioni e imprese cose che non vanno negoziate». Secondo Emiliano, la politica adottata dal ministro del Sud ha neutralizzato anche quelle misure, come il Superbonus, che avevano rivitalizzato l’economia italiana travolta dal Covid: «Fitto ha bloccato tutte le spese aggiuntive che erano state avviate dai governi precedenti, anche con una certa disinvoltura, ma che avevano tenuto in piedi il sistema economico nazionale. Qualcuno avvisi Giorgia Meloni e Alfredo Mantovano. Fitto va fermato nell’interesse dell’Italia».

Nella battaglia contro lo scippo dei fondi a Comuni e Regioni, Emiliano spiega di avere al fianco Elly Schlein con la quale rivendica una totale sintonia. Fa sapere di aver ascoltato con attenzione l’intervento della segretaria del Pd sul palco di Torre Suda e di non essersi trovato in disaccordo nemmeno su un punto. Una identità di vedute che il governatore afferma di non avere con qualche referente locale del partito e cioè con chi, per esempio, sta ostacolando la ricandidatura di Carlo Salvemini a sindaco di Lecce. «A volte il Pd non fa altro che interrogarsi – ironizza il presidente pugliese – Carlo è il miglior sindaco possibile per quella città. È una persona seria, leale, con tutte le doti necessarie. A Lecce, più che discutere all’infinito, bisognerebbe fare come a Bari». Nel capoluogo, infatti, il centrosinistra è orientato a celebrare le primarie per individuare il candidato sindaco: «Quando più persone nutrono certe ambizioni, si fanno le primarie». E se queste consultazioni fossero vinte da un esponente delle liste civiche? «Difficile – osserva Emiliano – a meno che il Pd non candidi troppe persone, ma non credo che accadrà».

Inevitabile un riferimento al futuro politico suo e del sindaco barese uscente Decaro. «Antonio vuole candidarsi alle europee e credo che sia la scelta migliore. Io non posso: lasciare a metà il lavoro in Puglia sarebbe folle. E poi il mio destino non mi preoccupa perché, a differenza di altri, un lavoro ce l’ho». A sorpresa, infine, Emiliano spiega di non essere interessato nemmeno al terzo mandato come governatore. «Il limite dei due mandati sussiste solo per sindaci e presidenti di Regione, dunque è incostituzionale, ma la discussione non mi appassiona. Dopo il 2025 non resterò fermo. Tornerò a fare il magistrato, magari in Trentino, dove il carico di lavoro degli uffici è minore – scherza Emiliano – Di sicuro abbiamo una classe dirigente che si regge su molte persone, il che non ci obbliga a parlare del terzo mandato nei termini in cui ciò avviene in altre regioni».

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