«Molti capoluoghi di regione sono in sofferenza abitativa. È ora di usare i fondi UE per l’housing sociale, anziché per misure opinabili». Così il ministro per gli Affari Europei, il PNRR e le Politiche di Coesione, Tommaso Foti, da Manduria è intervenuto sul tema dell’emergenza abitativa: propone un cambio di rotta nell’uso delle risorse europee.
Il ministro fa riferimento alla visione condivisa con il presidente Fitto e sottolineato l’importanza di offrire immobili o affitti a prezzi accessibili, colmando così il divario abitativo crescente. Ha citato il Piano Fanfani come esempio virtuoso, ma ha anche evidenziato i problemi derivanti dalla vendita disordinata delle case popolari. «Oggi abbiamo una situazione mista, con privati e pubblico nello stesso stabile, che rende la gestione degli immobili quasi impossibile». Foti propone una politica abitativa strutturale, coinvolgendo le Regioni e puntando a un modello di edilizia pubblica.
Intervenendo al Forum in Masseria, ha lanciato un chiaro messaggio sull’importanza della coesione territoriale nel prossimo quadro finanziario dell’UE. «L’ipotesi di un fondo unico europeo per Paese penalizzerebbe l’Italia, sia sul fronte della coesione che della PAC», ha spiegato, sottolineando come l’80% delle risorse di coesione italiane siano destinate al Sud. Per Foti, l’obiettivo resta ridurre le disuguaglianze, soprattutto infrastrutturali e digitali, puntando a uno sviluppo uniforme. Ha poi criticato la posizione dei Paesi frugali, favorevoli a un’unica dotazione nazionale gestita autonomamente.
