La prima giornata dell’ottava edizione della più grande maratona italiana delle idee digitali DigithON ha offerto spunti di riflessione interessanti su più fronti. Dopo il saluto introduttivo del fondatore di Digithon, il senatore Francesco Boccia che a Bisceglie gioca decisamente in casa, e l’avvio dell’edizione parte della presidente Letizia D’Amato, sul palco si sono avvicendati la giornalista Rai e conduttrice di “Codice” Barbara Carfagna, il professore e influencer Vincenzo Schettini (La Fisica Che Ci Piace), lo chef youtuber Max Mariola intervistato dalla giornalista Rai Uno Valentina Bisti e, incontro più atteso della serata, la segretaria nazionale del Partito democratico Elly Schlein intervistata da Corrado Formigli, conduttore di Piazzapulita su La7.
«L’Italia non può più morire di lavoro e morire di stage. È urgente investire maggiori risorse per la sicurezza e sulla formazione. Occorre anche utilizzare la transizione digitale per aiutare i processi di innovazione e di sicurezza – ha esordito subito la segretaria ricordando la tragedia di Brandizzo dove ieri un treno ha travolto e ucciso cinque operai sui binari – Ma attenzione: l’innovazione non è in processo neutro. Bisogna fare in modo che la transizione digitale non lasci indietro nessuno, che non amplifichi, ma che elimini i divari sociali».
E sul governo Meloni: «Abbiamo un esecutivo che parla di sicurezza per grandi linee, ma che non entra nel merito della sicurezza sul lavoro. È un governo che teme il dissenso, che teme l’informazione libera. Ma c’è da essere sinceri: non tutti i mali attuali vengono da questo governo. Già i precedenti non hanno saputo garantire indipendenza e libertà del servizio pubblico eliminando ingerenze».
All’incontro hanno assistito, oltre al senatore Boccia, anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, la presidente del consiglio regionale Loredana Capone, la consigliera regionale Debora Ciliento e i sindaci di Bisceglie, Trani e Barletta, Angarano, Bottaro e Cannito. «Innanzitutto trovo sia stato giusto andarci – spiega Schlein parlando della visita della premier Giorgia Meloni a Caivano dopo la violenza ai danni di due tredicenni – ma non può bastare: occorre che le istituzioni investano in sicurezza delle periferie, che lo Stato sia presente queste zone. Don Patriciello lo chiede da anni a gran voce. Pd morbido su questo? No, affatto. Ho chiesto alla Meloni di mettere da parte le divergenze e di lavorare assieme sulla violenza di genere. Resta il fatto che questi fenomeni si bloccano con la prevenzione, con lo studio delle diversità nelle scuole.
Il first gentleman non è il primo che lancia queste affermazioni: non c’è mai nessuna condizione, nessun abito che giustifichi una violenza». Sul reddito di cittadinanza: «Io il reddito di cittadinanza non lo avrei mai tolto, soprattutto con un brutale sms mandato a 169mila persone. C’è una grande ipocrisia di fondo che nasce dall’errore della destra che pensa che la povertà sia una colpa individuale. Il reddito di cittadinanza si poteva migliorare, rendendo meno discriminatorio l’accesso o meno penalizzante per le famiglie numerose. Si è scelta un strada demagogica, ma non si può decidere per legge che in Italia sei povero solo in certe condizioni, con figli minori o con un anziano o disabile». Schlein conclude parlando di immigrazione: «La destra non fa l’unica cosa che ci sarebbe da fare: andare in Europa e chiedere una Mare Nostrum europea. Non modificare la Bossi-Fini è stato un errore del centrosinistra».