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Elezioni, Stefanazzi: «Destra inadeguata. La Puglia è un modello»

Il centrodestra non è in grado di governare a differenza del Pd che in Puglia, insieme con le liste civiche vicine al governatore Michele Emiliano e al Movimento Cinque Stelle, ha costruito un laboratorio politico e amministrativo ben presto diventato un modello per tutta l’Italia. Ne è convinto Claudio Stefanazzi, capo di gabinetto della Regione,…

Il centrodestra non è in grado di governare a differenza del Pd che in Puglia, insieme con le liste civiche vicine al governatore Michele Emiliano e al Movimento Cinque Stelle, ha costruito un laboratorio politico e amministrativo ben presto diventato un modello per tutta l’Italia. Ne è convinto Claudio Stefanazzi, capo di gabinetto della Regione, candidato del centrosinistra alla Camera nel collegio plurinominale di Lecce-Galatina.

Da dove si comincia o si ricomincia?

«In realtà si continua il lavoro incessante per la Puglia e per i territori. Questa volta con l’obiettivo di rafforzare il rapporto tra Parlamento e singole comunità, per creare una filiera di governo che vada dalle più piccole amministrazioni alle Province alla Regione fino al Parlamento».

Visti i nomi in campo degli schieramenti contrapposti al Pd, sembra che la Puglia sia diventata un brand per la politica. I “vip” non vengono solo in vacanza, ma si candidano anche. Che ne pensa?

«La Puglia è da qualche anno un punto di riferimento nazionale, è un insieme di buone pratiche, di buona amministrazione, una regione attrattiva sotto numerosi punti di vista. È anche un importante laboratorio politico in cui si sono consolidate l’alleanza tra centrosinistra e civismo e l’asse con i Cinque Stelle. I politici nazionali hanno riconosciuto tutto questo e hanno voluto utilizzare la Puglia come vetrina».

Conte ha attribuito al Pd la colpa per la rottura dell’asse con il M5s. Lei cosa consiglierebbe a Conte e a Letta, alla luce dell’esperienza pugliese?

«Il processo politico che ha portato all’accordo con i Cinque Stelle è stato complesso, articolato, oggetto di un notevole approfondimento. Quel processo ha saldato due anime del Paese – Pd e movimenti civici di Emiliano con i 5stelle – in un patto che poteva essere utile al Paese. Poi la situazione è precipitata, Conte è andato probabilmente oltre i suoi reali intendimenti, fatto che ha messo tutto in discussione. L’esperienza positiva della Puglia mi fa ben sperare, considerando che se Conte e Letta avessero raggiunto un accordo non ci sarebbe stato spazio per le destre».

E allora quello dei “civici” sembra il percorso più coerente, visto che sono “quelli che battono il territorio”.

«I civici sono stati, in un momento post-ideologico, la risposta al desiderio di partecipazione di tantissimi uomini e donne. Questa partecipazione si è realizzata attraverso azioni di governo dai più piccoli centri fino alla Regione. È chiaro che, quando si governa, si ha a che fare con problemi, bisogni e aspettative delle persone ed è altrettanto chiaro che l’interfaccia diretta con la gente è la condizione per essere definiti “civici”, diventati in questi anni spesso i soli interlocutori dei cittadini».

Lei rappresenta il Pd del civismo. Naturalmente, per lei, difendere il costruito in Puglia è scontato. Come va definito il percorso politico necessario per consolidare i risultati raggiunti finora in Puglia e, soprattutto, la gestione di obiettivi nazionali strategici in settori come energia, ambiente e trasporti?

«La mia candidatura nel Pd, intanto, è un ritorno a casa ed è un momento di sintesi fra percorsi politici che si sono dimostrati complementari e che sono stati ispirati dalla comunanza di principi attorno ai quali si è costruita l’alleanza tra lo stesso Pd e i movimenti civici. Questi principi sono l’asse portante del rapporto politico che da anni governa la politica pugliese e sono il motivo per cui la Puglia ha raggiunto risultati straordinari in vari settori. L’esperienza locale può essere esportata perché è costruita su azioni concrete: abbiamo puntato, prima di ogni altra regione, sulla decarbonizzazione, sulla tutela dell’ambiente, sulla connotazione della Puglia come luogo in cui vivere in paesaggi belli e protetti. Quanto fatto finora e i risultati concreti raggiunti possono essere una traccia per la politica nazionale».

Un appello finale. Chi deve fare cosa, affinché il centro sinistra resti al governo in Puglia?

«Il centrosinistra resterà al governo in Puglia perché gode della fiducia dei cittadini per i risultati raggiunti, perché negli ultimi 15 anni abbiamo costruito una classe dirigente capace di rendere la Puglia una regione migliore, una regione attrattiva. Mentre il centrodestra, come ha dimostrato con la scelta delle proprie liste, non è in grado di esprimere alcun protagonismo né tanto meno di governare una regione che si trova in una fase importante di sviluppo economico e sociale».

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