Bisognerà aspettare ancora, o almeno, 48 ore per vedere composta la squadra dei candidati del centrodestra. A Roma si continuano a spostare pedine secondo un solo credo: comporre la squadra più affidabile per il futuro governo del Paese. Perché nelle stanze romane c’è una certezza: la vittoria il 25 settembre, e un dubbio: chi candidare nei vari collegi, vista la carenza di posti disponibili, causa taglio degli scranni parlamentari. E tra i dubbi da sciogliere c’è anche la Puglia, dove in molti potrebbero essere “paracadutati”, visto che quasi tutti i collegi vengono dati vincenti per il centrodestra. Addirittura potrebbe scendere anche Maurizio Gasparri – l’ex fedelissimo di Gianfranco Fini, ora in Forza Italia, in Parlamento dal 1992 – che avrebbe un collegio blindato nel Lazio (ma qualcuno avanza anche una ipotesi campana, magari per sfidare la Carfagna) e uno di “nostalgia” nell’amata Puglia, dove ha lasciato anche importanti riferimenti sul territorio, come Saccomanno a Brindisi, Amoruso a Bari e Ruocco in Capitanata senza dimenticare il senatore Dario Damiani. Una idea che non viene confermata, ma neppure smentita da persone dentro il centrodestra che, attendono, le prossime ore, con grande trepidazione, anche per conoscere il criterio con cui verranno composte le liste nei collegi. Ovvero se sarà una donna (Rauti e Santaché tra le più gettonate) o un uomo ad aprire la lista, con una solo mantra: non penalizzare i territori, blindando soprattutto i fedelissimi, a cui – a esempio – tiene molto Giorgia Meloni che vuole coprirsi le spalle in una futura ottica di governo.
C’è un altro aspetto che si deve tenere in conto nel centrodestra e soprattutto nella cerchia dei meloniani: le rivendicazioni di Raffaele Fitto che potrebbe giocare un ruolo importante in alcuni collegi pugliesi, sottraendoli proprio a Fratelli d’Italia che a sua volta ha deciso di non candidare i consiglieri regionali, salvo poi aggiungere una postilla tutta democristiana: “salvo situazioni particolari”.
Quindi, non dovrebbe esserci Giannicola De Leonardis, mentre per restare in Capitanata, sono sempre più in rialzo le quotazioni di Giandonato Lasalandra, già presidente dell’Ataf del capoluogo daunio.
In sintesi, le indicazioni romane sono queste: premiare la classe dirigente dei partiti, magari nel proporzionale, e garantire la rappresentanza dei territori, con la discesa in campo di sindaci e amministratori locali, nell’uninominale. Con Fratelli d’Italia che punta a “piazzare” più candidati possibili, anche a costo d’innervosire Matteo Salvini e la sua truppa pugliese.