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Elezioni, Decaro: «Abbiamo perso. Va smantellato il modello su cui si fonda il Pd»

«Ha perso il Partito democratico. Ha perso questa coalizione di centrosinistra. Ha perso l’idea di politica e di Paese che abbiamo proposto agli italiani. Abbiamo perso. E guai se l’analisi del voto, a qualsiasi livello, non partisse da queste due parole. Saremmo di fronte all’ennesimo stratagemma retorico per provare a giustificarci falsificando la realtà». Ne…

«Ha perso il Partito democratico. Ha perso questa coalizione di centrosinistra. Ha perso l’idea di politica e di Paese che abbiamo proposto agli italiani. Abbiamo perso. E guai se l’analisi del voto, a qualsiasi livello, non partisse da queste due parole. Saremmo di fronte all’ennesimo stratagemma retorico per provare a giustificarci falsificando la realtà». Ne è convinto il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani, Antonio Decaro.

«In queste ore sarebbe troppo facile sparare a zero sul segretario nazionale del Pd. E sarebbe inutile. È l’intero modello su cui il Pd si fonda che va smantellato», chiarisce il primo cittadino barese. «Basta con i capi corrente che fanno e disfano le liste a propria immagine e somiglianza. Basta con questo esercizio del potere per il potere. Basta con l’autoconservazione come unico scopo della politica».

«Ha vinto, invece, l’idea di Paese del centrodestra. E quindi – sottolinea Decaro – come è giusto che sia in una democrazia, tocca a loro, adesso, governare. In questo scenario – scrive Decaro su Facebook – il risultato barese potrebbe oggi farmi pronunciare la classica frase da talk show del giorno dopo: “Il PD ha retto”. Ma non è questo il mio stile. Non è questa la mia idea di politica. Io, come sempre, quando vi incontro per strada voglio potervi guardare negli occhi. E potervi parlare in faccia. Con il rispetto, reciproco, che tra noi c’è sempre stato. E quindi – conclude – non posso che riconoscere, anche qui a Bari, la nostra sconfitta. Per trarre da essa insegnamento, metabolizzarla e andare avanti».

Il sindaco di Bari parla poi della legge elettorale: «Si torni alle preferenze e lo si faccia subito – scrive -. Questa deve essere la prima battaglia che il Partito democratico deve intraprendere nei prossimi mesi. Il Partito democratico – rileva – perde tutte le elezioni politiche nazionali dal 2008. Mentre nelle elezioni locali, non solo riesce a vincere, ma, soprattutto, riesce a tessere una relazione solida, coerente e responsabile con i cittadini. Sindaci e amministratori del Pd governano il 70% dei Comuni italiani, e si dimostrano quotidianamente capaci di amministrare e di proporre un’idea politica seria. E le vittorie elettorali ne sono la conseguenza. Perché – evidenzia – in quelle elezioni i cittadini hanno la possibilità di scegliere direttamente i propri rappresentanti e di chiedere loro conto, quotidianamente, di quello che promettono in campagna elettorale e di come lo realizzano una volta diventati amministratori. Questo meccanismo virtuoso di fiducia e controllo – rimarca – nelle elezioni per il Parlamento salta completamente. E ci ritroviamo deputati e senatori che non sanno nemmeno trovare sulla carta geografica i paesi nei quali vengono eletti. Solo perché fedelissimi ai leader di partito, o a qualche capo-corrente. Contro questa stortura, che viola il principio base della democrazia rappresentativa, tradendo di fatto la volontà popolare – conclude – io da sindaco e da cittadino mi batterò con tutte le mie forze. Perché è uno dei sintomi più evidenti della malattia di una politica più propensa a preservare il potere dei dirigenti che a dialogare con i cittadini e a vincere le elezioni».

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