Il vento di destra, che sembrava aver cominciato a spirare su Bari alle politiche del 2022, si è fermato. A confermarlo è il sondaggio che Winpoll ha realizzato in esclusiva per “L’Edicola del Sud” in vista delle comunali del 2024. L’orientamento dell’elettorato è chiaro: il 65% si dice pronto a votare per un candidato sindaco di centrosinistra, lasciando al centrodestra solo il 35% dei consensi. Il Partito democratico è destinato a confermarsi prima forza in Consiglio comunale col 26,2% delle preferenze, mentre la Lega è data solo al 4,6. E l’astensionismo si preannuncia alto, con un barese su quattro che quasi certamente diserterà le urne.
Le coalizioni
Alla domanda sullo schieramento che si appresta a sostenere, il 65% dei baresi si esprime a favore del centrosinistra. Determinanti due componenti dell’elettorato: quella femminile, il 73% della quale è pronta a votare per i progressisti, e quella dei 30-44enni, schierati per il campo largo nel 72% dei casi. Il centrosinistra si attesta, quindi, sui livelli di consenso registrati nel 2019, quando il fronte a sostegno di Antonio Decaro superò il 66% dei voti. All’epoca, però, il Movimento Cinque Stelle non faceva parte della coalizione, scenario che invece dovrebbe concretizzarsi alle comunali del 2024.
Débâcle in vista, dunque, per il centrodestra. Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, centristi e civici di area non andrebbero oltre il 35%: una buona performance, se si pensa che nel 2019 la coalizione a sostegno del candidato sindaco Pasquale Di Rella superò di poco il 23, ma comunque non sufficiente a scalfire l’egemonia consolidata dal centrosinistra in vent’anni di amministrazione Emiliano e Decaro. Al momento, dunque, sembra non esserci partita: il centrosinistra unito è destinato a vincere al primo turno; nel caso in cui i candidati progressisti fossero due, invece, il ballottaggio è certo ma, anche al secondo turno, la partita per il centrodestra appare molto dura.
I partiti
Quanto alle intenzioni di voto per i singoli partiti, il Pd è destinato a confermarsi perno del centrosinistra col 26,2%, quasi dieci punti in più rispetto alle comunali del 2019 e circa sei in più rispetto alle politiche del 2022 quando, nel collegio uninominale di Bari per la Camera, la scienziata Luisa Torsi non andò oltre il 19,3. Bene anche il M5s, dato al 18,5%, e i civici di centrosinistra, che al momento si attestano al 9,9. La sinistra radicale, invece, totalizza il 6,3% dei consensi.
Scenario diverso per il centrodestra, con Fratelli d’Italia che quasi moltiplica per sette il misero 3,7% centrato nel 2019. Il partito di Meloni, che vanta un sottosegretario e un senatore baresi come Marcello Gemmato e Filippo Melchiorre, veleggia verso il 21,3%. Rischia un tracollo, invece, la Lega: se nel 2022 il partito di Salvini è riuscito a vincere con Davide Bellomo nel collegio uninominale per la Camera, adesso si candida all’irrilevanza col 4,6% stimato dal sondaggio. Performance poco lusinghiera anche per Forza Italia che le previsioni danno al 7,4%.
L’astensione
A prescindere dai nomi dei prossimi candidati al vertice di Palazzo di città, la sfida che attende tutti è quella di restituire ai baresi la fiducia nella (buona) politica. Il 24% degli intervistati da Winpoll, infatti, non ha intenzione di presentarsi ai seggi: alla domanda “lei andrà a votare?”, il 14% risponde che probabilmente non lo farà, mentre il 10 ha già deciso di “disertare”. Il dato è più basso del 35% scarso di astenuti che si registrò nel 2019, ma comunque preoccupante: se un barese su quattro non intende andare a votare, vuol dire che la disaffezione nei confronti della politica è ancora molto diffusa.
Il centrosinistra. Laforgia supera tutti
Altro che elitario, divisivo, radical chic o conosciuto soltanto nei tribunali o nei circoli della “sinistra al caviale”: Michele Laforgia è molto più nazionalpopolare di quanto i suoi detrattori all’interno del centrosinistra e tanti addetti ai lavori possano immaginare. Sondaggio Winpoll alla mano, infatti, l’avvocato sostenuto da ampi settori della coalizione progressista risulta conosciuto dall’83% degli intervistati e stacca nettamente tutti i candidati ipotizzati dal Pd: l’assessore comunale Pietro Petruzzelli si ferma al 63%, la sua collega Paola Romano al 48 e il parlamentare Marco Lacarra al 61. Non sfonda nemmeno Vito Leccese, capo di gabinetto che il sindaco Antonio Decaro ha proposto agli alleati per superare l’impasse in cui è piombato il centrosinistra e che non va oltre il 57%.
Laforgia è anche tra i nomi che ispirano maggiore fiducia nell’elettorato col 64% di giudizi positivi. A spingerlo sono soprattutto le donne, schierate al 77% dalla sua parte, e i militanti di centrosinistra: il 75% dei militanti del Pd, l’80 del M5s e addirittura l’85 del Terzo Polo si fida di lui. E non è da trascurare quel 37% dei militanti di Fratelli d’Italia, partito con una storia diametralmente opposta a quella di Laforgia, che pure dichiara di fidarsi dell’avvocato. Il possibile candidato sindaco di centrosinistra nel quale i baresi ripongono maggiore fiducia, tuttavia, è Paola Romano che stacca Laforgia di tre punti soprattutto grazie all’elettorato giovane: il 73% dei 30-44enni si fida dell’assessora che quindi sembra capitalizzare il lavoro svolto per anni in materia di politiche giovanili, pubblica istruzione e università. Dietro Romano e Laforgia si piazza Pietro Petruzzelli che raggiunge il 62% di giudizi positivi dimostrandosi pure piuttosto trasversale: l’altro esponente della giunta Decaro riscuote consensi omogenei, cioè compresi tra 63 e 69%, tra gli under 30, nella fascia di elettorato dei 30-44enni e in quella dei 45-65enni. Petruzzelli, inoltre, ispira fiducia al 47% dei militanti di Fratelli d’Italia e addirittura al 61 di Forza Italia, in quest’ultimo caso persino più del 54% del M5s.
Bocciati, invece, Vito Leccese e Marco Lacarra. L’indice di fiducia nell’attuale “sindaco ombra” non va oltre il 52%, nonostante la sua consolidata esperienza amministrativa e i trascorsi in Parlamento. Male il deputato dem, il cui indice di fiducia non va oltre il 41% con un dato piuttosto singolare: solo il 54% degli elettori del Pd, lo stesso partito col quale è stato eletto alla Camera nel 2022, esprime un giudizio positivo nei suoi confronti.
Il centrodestra. Melchiorre unico nome
I numeri parlano chiaro: Filippo Melchiorre, consigliere comunale di lungo corso e dal 2022 senatore di Fratelli d’Italia, sembra l’unica carta che il centrodestra può giocare per rendere quanto meno contendibile la prossima competizione elettorale. Col suo 62%, il parlamentare, che in un primo momento era stato individuato come alfiere della coalizione ma che in un secondo momento aveva fatto dietrofront, è nettamente più conosciuto del leghista Fabio Romito, fermo al 48, di Tommy Attanasio, bloccato al 43, e del compagno di partito Michele Picaro che non va oltre il 36. Dati che dovrebbero sciogliere il nodo che da tempo “stritola” il centrodestra, diviso tra chi spinge per un candidato di estrazione civica e chi invece invoca un nome di carattere politico, meglio ancora se esponente del partito della premier Giorgia Meloni.
Melchiorre è anche l’esponente in cui l’elettorato di centrodestra ripone maggiore fiducia, sebbene a pari merito con Romito: per entrambi l’indice calcolato da Winpoll si attesta al 57%. Il senatore di Fratelli d’Italia, però, riscuote più consensi nell’elettorato moderato, soprattutto in quello che si riconosce in Forza Italia (54%) e Terzo Polo (63%). Non a caso molti addetti ai lavori vedono in Melchiorre l’unica personalità capace di “trascinare” nel centrodestra una serie di consiglieri comunali che attualmente rappresentano parte del civismo di centrosinistra. Qualche nome? Pasquale Magrone, Cristina Pennisi, Pietro Albenzio, Alessandra Anaclerio, Romeo Ranieri e Francesco Giannuzzi, che insieme porterebbero in dote al centrodestra un “pacchetto” di oltre 8mila voti.
Romito, invece, “pescherebbe” con maggiore successo nell’elettorato giovane, anche in virtù dei suoi 35 anni di età: il 68% degli under 30 e il 69 dei 30-44enni dichiara di avere fiducia nel consigliere regionale della Lega che avrebbe assicurato il sostegno non solo degli elettori del Carroccio ma anche di Fratelli d’Italia.
Gli altri due nomi sono Picaro e Attanasio. Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, recordman di preferenze alle scorse comunali, ha la fiducia del 50% dell’elettorato ed è considerato l’alternativa naturale a Melchiorre: se a Fratelli d’Italia tocca esprimere il candidato sindaco e il senatore è costretto a rinunciare per non indebolire la maggioranza di Meloni a Palazzo Madama, Picaro è di fatto costretto a “bere l’amaro calice”. Qualche chance per Attanasio, forte di un indice di fiducia al 42%. Ora la palla passa ai vertici nazionali dei partiti della coalizione che nelle prossime settimane dovranno individuare il candidato sindaco.
Nota
Commissionato da Ledi srl, il sondaggio è stato realizzato da Winpoll tra 30 novembre e 4 dicembre. Le 800 interviste sono state realizzate con metodo cati-cami su una popolazione di riferimento che comprende baresi, maschi e femmine dai 18 anni in su, segmentati per sesso ed età proporzionalmente all’universo della popolazione barese. Il metodo di campionamento è ponderato per genere, fasce di età e intenzioni di voto alle ultime politiche. Il margine di errore con intervallo di confidenza al 99% è del 2%.