Tutto tace nel centrodestra pugliese in vista delle elezioni politiche. Una calma apparente che, tuttavia, non nasconde malumori e difficoltà nella compilazione delle liste. Le segreterie regionali di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega restano in attesa delle indicazioni da Roma per completare gli elenchi abbozzati per Camera e Senato con caselle vuote da riempire. Il pallino resta in capo ai meloniani che in Puglia avranno la fetta più grossa di eletti il 25 settembre.
Non a caso l’algoritmo nazionale ha assegnato a Fratelli d’Italia ben otto seggi all’uninominale di cui uno da cedere ai centristi. E sembra stia tramontando la candidatura dell’oncologo Francesco Schittulli dato per certo in Noi per l’Italia il simbolo che fa capo all’ex ministro Lupi. A sorpresa l’accordo sembra essere saltato in queste ore a beneficio di un altro candidato per ora top secret.
Tornando a Fratelli d’Italia i sette posti nei collegi uninominali, quasi tutti ad appannaggio del centrodestra secondo i sondaggi, saranno assegnati solo in piccola parte (due o tre) ai sei consiglieri regionali in carica. Circolano i nomi del capogruppo Ignazio Zullo e del foggiano Nicola Deleonardis. Fuori dai giochi resterebbero Perrini, Ventola e compagni, non proprio entusiasti di restare al palo. Ma, tant’è, ci sono da considerare le quote rosa da inserire obbligatoriamente in lista e degli spazi che la leader Meloni vorrà riservare ai suoi fedelissimi catapultandoli da Roma. Il tutto considerando che nei listini bloccati del proporzionale il partito potrà incamerare da un minimo di sei ad un massimo di nove o addirittura dieci parlamentari.
Anche in Forza Italia si attendono segnali dal leader Berlusconi e dalla sua fedelissima onorevole Ronzulli. L’unica certezza riguarda i quattro uscenti, gli onorevoli Francesco Sisto, Mauro D’attis, Dario Damiani e Michele Boccardi, che saranno ricandidati rispettando i quattro seggi assegnati di default dall’algoritmo. Da definire, invece, le altre postazioni aggiuntive che potrebbero incastrarsi grazie al vento favorevole dei sondaggi con gli azzurri che viaggiano attorno al 13%.
Più complesso il quadro nella Lega che sta effettuando un travaso di collegi sicuri dal Sud al Nord, Puglia compresa, viste le proiezioni negative per il partito che confermano percentuali nel mezzogiorno non oltre il 6%. Di qui le incognite sui nomi da candidare considerando i tre uscenti: gli onorevoli Roberto Marti, Rossano Sasso e Anna Rita Tateo che dovrebbero rientrare. Non così per il presidente di Invimit Nuccio Altieri e per il consigliere comunale barese Fabio Romito, già certi di aver ottenuto il pass per Roma, ma fortemente a rischio. In attesa della chiusura del cerchio, i partiti pugliesi di centrodestra stanno studiando il programma elettorale. Il testo che sta circolando mantiene il titolo della prima bozza circolata “Italia domani”, guarda caso lo slogan scelto dal governo Draghi per il portale sul Pnrr – con riforme in tema di giustizia e ambiente, in linea con la riforma del processo penale e quella del Csm, e per l’utilizzo degli oltre 70 miliardi del Pnrr per garantire la transizione ecologica ma anche la riconversione dell’industria pesante. Al primo punto la scelta di campo internazionale (l’Italia parte dell’Europa, della Nato e dell’Occidente). Segue la riforma del presidenzialismo e la lotta all’immigrazione irregolare, affidata ai decreti Sicurezza e a un generico blocco degli sbarchi. Non si cita quello navale, invocato da sempre da Giorgia Meloni. Nero su bianco è pure il taglio del cuneo fiscale e la flat tax ma senza indicare la percentuale dell’aliquota.