Candidato in quota centrodestra alla Camera, per Davide Bellomo la Puglia si gioca tutto nei prossimi cinque anni.
Crisi e autonomia energetica. Quale può essere il ruolo della Puglia?
«Un ruolo molto importante, con gli impianti già presenti sul territorio e con quelli che potrebbero esserci in futuro. Ma il problema va inquadrato in modo più ampio, coinvolgendo la Conferenza Stato-Regioni e tenendo conto delle specificità ambientali. Se consumiamo tutti, è giusto che tutti contribuiamo. Prevedendo, come accade per la Basilicata, un ristoro energetico per chi si mostra disponibile ad accogliere determinate infrastrutture. Anche se le confesso che il mio sogno resta quella Hydrogen Valley in Puglia che porterebbe ricchezza e occupazione, con le Università e gli Enti di ricerca, facendo della nostra regione un polo energetico all’avanguardia».
Più sbarchi in Puglia: cosa proporrebbe se andasse a Roma?
«Sono decisioni che spettano al ministro competente. Ma faccio notare il paradosso della costante regolarizzazione degli immigrati irregolari che comporta la chiusura delle quote di quelli regolari. Una situazione che fa passare l’idea che in Italia si può tutto, anche aggirare le norme. Il problema si risolve alla radice. Va bene reintrodurre i decreti sicurezza, ma credo che la soluzione sia quella di creare ricchezza nei luoghi d’origine dei migranti. Si lascia la terra per disperazione. Perché gli albanesi non emigrano? Eppure, tutti abbiamo negli occhi le immagini della Vlora di 31 anni fa. Ma oggi, con lo sviluppo di quell’economia, non si emigra più. Anni fa, il centrodestra propose un piano di 100 miliardi di euro per creare sviluppo in Africa: un’idea che va rilanciata, vincendo questa volta le resistenze di chi ha interesse a mantenere lo status quo».
Le “spaccate” spaventano Bari, che però per Decaro non ha un problema di sicurezza.
«Se non ci fosse, non ci sarebbero fatti del genere. La ragione potrebbe risiedere nell’assenza di controlli o, cosa più preoccupante, un impoverimento del tessuto produttivo che favorisce la delinquenza. Bari è una città ricca di risorse, anche dal punto di vista turistico, ma sconta limiti organizzativi e strategici che impattano negativamente sull’economia e sulla collettività. Bisognerebbe parlare di meno e fare di più».
In Puglia, è a rischio il futuro di 25mila lavoratori.
«Non c’è dubbio che il taglio del cuneo fiscale è una priorità: è un incentivo ad assumere evitando gli ammortizzatori sociali. Sul reddito di cittadinanza, l’esperienza ha dimostrato che va rimodulato. Ci sono persone che continuano a percepirlo, pur avendo rifiutato qualsiasi impiego. Una situazione inaccettabile se pensiamo alla bomba sociale delle 25mila persone che vorrebbero continuare la loro attività ma sono a rischio. Purtroppo, scontiamo l’incapacità di portarci avanti. L’ex Ilva ha una possibilità di resistere se si va nella direzione di una svolta green, come è altrove. Così come non bisogna aspettare il 2035, quando sarà consentita l’immatricolazione delle sole auto elettriche, una decisione europea che avrà effetti letali sul comparto della componentistica dei motori a idrocarburo, che vanta nella nostra regione molte realtà produttive, compresa la Bosch. È necessario fin d’ora porsi il problema di riconvertire queste attività sui veicoli elettrici, mantenendo gli attuali livelli occupazionali».