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Elezione La Russa, Pisicchio: «C’è la mano del Terzo Polo»

«Anche quando in partenza esistono maggioranze che si presumono già pronte, alla fine ci si comporta come se si fosse nella legislatura passata, in un clima surreale. Ecco, ho l’impressione che nella nuova legislatura, nonostante il successo di un’area politica, la situazione non sarà molto diversa dal passato». Ne è convinto Pino Pisicchio, parlamentare di…

«Anche quando in partenza esistono maggioranze che si presumono già pronte, alla fine ci si comporta come se si fosse nella legislatura passata, in un clima surreale. Ecco, ho l’impressione che nella nuova legislatura, nonostante il successo di un’area politica, la situazione non sarà molto diversa dal passato». Ne è convinto Pino Pisicchio, parlamentare di lungo corso e docente di Diritto pubblico comparato.

Come interpreta quanto accaduto ieri?

«Si è verificata la prima frattura nel centrodestra alla quale, però, non attribuisco un significato che va oltre la contingenza perché l’elemento di coesione c’è ed è il potere. È interessante un altro elemento».

Quale?

«Il soccorso alla maggioranza è arrivato probabilmente dal Terzo Polo. Dunque la Meloni potrà contare su una maggioranza diversa e più ampia, qualora quella uscita dalle urne dovesse perdere pezzi».

Eppure Renzi non disponeva nemmeno di tutti i voti che a La Russa sono giunti dall’opposizione…

«È difficile immaginare che, dietro l’elezione di La Russa, non ci sia la mano di Renzi e Calenda. Il Terzo Polo ha manifestato la tendenza a smarcarsi dal centrosinistra e ad avere le mani libere per situazioni di tipo diverso. In altre parole: il centrodestra ha vinto le elezioni ma è diviso e il Terzo Polo si inserisce in questa frattura prestando il proprio soccorso».

E se l’aiuto fosse giunto da altre forze politiche?

«Sicuramente ci possono essere altri “contributi”. Come è anche utile ricordare che il presidente del Senato e quello della Camera sono super partes, si svestono del loro “marchio” originario e dunque possono essere votati da tutti».

Quale immagine del Parlamento emerge dopo quanto accaduto ieri tra Camera e Senato?

«Una fotografia desolante: non solo esiste una decadenza politica e strutturale a causa di sistemi elettorali che hanno divelto i rappresentanti dai rappresentati, promuovendo il principio della cooptazione e rendendo ogni eletto suddito del capobastone che l’ha messo in lista, ma anche quando esistono maggioranze che si presumono già pronte, alla fine ci si comporta come se fossimo nella legislatura passata».

Il centrodestra riuscirà a governare?

«Il mio augurio, da cittadino che ama il suo Paese, è che il governo di centrodestra possa navigare sereno e fare ciò che è necessario per farsi giudicare dal popolo, magari con una legge elettorale più decente. Ma il dubbio è legittimo».

Intanto, dopo il presidente della Repubblica di estrazione comunista, un ex missino raggiunge la seconda carica dello Stato: la pacificazione nazionale è completata?

«Apprezzerei molto se Meloni facesse qualcosa di simile alla Bad Godesberg dei socialdemocratici tedeschi dichiarando al mondo sì l’adesione alla tradizione della destra conservatrice, ma perdendo le distanze dalla eredità missina che era a sua volta erede di Salò. Farebbe bene anche alla sua reputazione internazionale. Ciò detto conosco La Russa, è stato vice presidente della Camera ed ha saputo fare bene il suo mestiere».

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