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E adesso Conte punta alla Puglia: «Noi ambiziosi, sarà rivoluzione»

Nella lunga intervista fatta da Luca Sommi a Giuseppe Conte e andata in ondata sabato sera ad “Accordi e disaccordi”, il presidente del Movimento Cinque Stelle annuncia che «in Puglia ci sarà una rivoluzione. Saremo molto più ambiziosi. Da domani saremo concentrati sulla Regione». Una dichiarazione che, però, non prevede, almeno per ora, il ritiro…

Nella lunga intervista fatta da Luca Sommi a Giuseppe Conte e andata in ondata sabato sera ad “Accordi e disaccordi”, il presidente del Movimento Cinque Stelle annuncia che «in Puglia ci sarà una rivoluzione. Saremo molto più ambiziosi. Da domani saremo concentrati sulla Regione».

Una dichiarazione che, però, non prevede, almeno per ora, il ritiro dell’assessore al Welfare, Rosa Barone, dalla giunta guidata da Michele Emiliano. Che cosa abbia in mente Conte è ancora da scoprire, ma stando a quanto accaduto per il Comune di Bari, dove ha fatto saltare il banco delle primarie per la scelta del candidato sindaco di centrosinistra compromettendo la costruzione del campo largo per le elezioni dell’8 e 9 giugno, è evidente che potrebbe esserci un colpo di scena anche per le intese regionali.

Tra i pentastellati pugliesi nessuno afferma di sapere quali possano essere gli scenari immaginati dall’ex premier, anche perché lo stesso Conte non ha fatto intendere di voler rinunciare, al momento, all’assessorato nell’esecutivo territoriale. Tuttavia, non mostra equivoci la volontà di “puntare alla Puglia”, dopo aver demolito il progetto del Partito democratico per la successione ad Antonio Decaro, in merito al quale Conte sembra sempre più convinto tanto da ribadire nella stessa occasione che «le primarie le vuole il Pd perché è attrezzato per vincerle sempre e comunque».

Secondo alcuni esponenti dem, il presidente del Movimento Cinque Stelle «vuole ancora dettare le condizioni dell’alleanza. Sempre però con le mani libere», afferma un esponente regionale. Mani libere e geometrie variabili, basti osservare che a Manfredonia, per esempio, altro comune sciolto per infiltrazioni mafiose, «Pd e 5Stelle hanno siglato un patto per il cambiamento la trasparenza e la partecipazione», come hanno annunciato ieri gli stessi dem sipontini. Mentre nella vicina San Giovanni Rotondo, città di adozione di Conte, i due partiti vanno separati e per le comunali, previste sempre a giugno, si contenderanno piazze e consensi. Ecco perché le parole del leader pentastellato sulla Regione Puglia preoccupano e non poco i dirigenti di via Re David, nonostante lo stesso governatore Michele Emiliano abbia affermato che la rottura tra Pd e M5s non può essere considerata definitiva perché «in politica nulla lo è».

Un “calumet della pace” che per ora, almeno per quanto riguarda le sfide più grandi, resta spento tra Conte e la segretaria nazionale dem Elly Schlein, dopo lo scontro dei giorni scorsi, in attesa che sherpa e pontieri possano ricucire un’intesa che oggi è a brandelli, ma che, dopo la conta alle elezioni europee dove ognuno giocherà per sé, potrebbe avere in Puglia una “versione riveduta e corretta” di quanto accaduto in Sardegna. Qui, infatti, i pentastellati hanno indicato la candidata Alessandra Todde, che alla fine ha avuto la meglio sullo sfidante di centrodestra Paolo Truzzu e sull’altro esponente di centrosinistra Renato Soru. Oppure potrebbe ripetersi quanto avvenuto in Basilicata, dove gli stessi pentastellati hanno imposto ai dem di ritirare il proprio candidato, pena la rottura dell’alleanza. Così come hanno fatto per le comunali di Bari.

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