Decontribuzione, Decaro: «Il governo taglia le gambe al Sud». Fitto: «Ricostruzione falsa»

«È gravissima la decisione del governo di tagliare circa 3 miliardi sulla decontribuzione del lavoro nelle aziende del Sud fino al 2029». Lo afferma il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, candidato con il Partito democratico alle elezioni europee.

«Solo due giorni fa, in occasione del primo maggio – sottolinea -, abbiamo sentito tutti nel centrodestra festeggiare i dati sull’occupazione e dopo sole quarantotto ore lo stesso centrodestra taglia le gambe a chi il lavoro lo crea e lo sostiene ogni giorno».

Per Decaro «questo significa non solo bloccare lo sviluppo e la produttività, ma soprattutto mettere a rischio donne e uomini che grazie alla decontribuzione sono stati assunti o hanno mantenuto il posto di lavoro. Sapevamo già – prosegue l’esponente dem – che da questo governo non potevamo aspettarci aiuti veri per il Mezzogiorno e per le imprese che ogni giorno cercano di creare valore e sviluppo nel nostro territorio, ma non possiamo restare zitti di fronte a questo ennesimo tradimento».

Il sindaco di Bari si dice «curioso di sentire cosa avranno da dire i politici del centrodestra che in questi giorni saliranno sui palchi delle campagne elettorali, per raccontare di un’Italia che poi il loro governo abbandona nei fatti».

Fitto: «Falsa e pretestuosa la ricostruzione delle opposizioni. Il Governo lavora per una vera crescita del Sud»

«La ricostruzione offerta dalle opposizioni sulla misura Decontribuzione Sud è falsa e pretestuosa. Al riguardo, è necessario pertanto fare chiarezza». È il commento del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, a seguito delle dichiarazioni dei rappresentanti delle opposizioni diffuse dalla stampa in queste ore.

La Decontribuzione Sud, spiega Fitto, «è uno sgravio contributivo per le aziende del Sud che nasce per contenere gli effetti del Covid sull’occupazione e a tutelare i livelli occupazionali in aree con gravi situazioni di disagio socioeconomico. La misura è cofinanziata da risorse nazionali e da risorse europee».

L’esonero, prosegue il ministro, «è stato introdotto con la legge di bilancio per il 2021 (legge n. 178 del 2020) con un’estensione ipotetica fino al 2029 e necessita, al fine del suo concreto riconoscimento, di periodiche autorizzazioni della Commissione europea, configurando un aiuto di Stato (art. 108, par. 3, del Tfue). A partire dalla sua istituzione e fino a oggi, il riconoscimento dell’esonero ha potuto beneficiare di una disciplina autorizzatoria semplificata».

Fitto evidenzia che «sotto il profilo degli aiuti di Stato, il regime è stato infatti inquadrato dapprima nell’ambito del “Quadro temporaneo Covid 19” e, successivamente, nell’ambito del “Quadro temporaneo Ucraina” (Temporay crisis and transition framework- TCTF) in scadenza al 30 giugno 2024. Per quanto riguarda le iniziative assunte da questo Governo – precisa -, si è provveduto a chiedere un primo rinnovo della misura, accolto dalla Commissione europea il 6 dicembre 2022, per la durata di 12 mesi e con un incremento di risorse di 5,7 milioni di euro e dei massimali per impresa fino a 2 milioni di euro».

Successivamente, continua, «l’esigenza di garantire la piena operatività della misura anche oltre il 31 dicembre 2023 ha portato questo Governo a notificare alla Commissione europea, nelle date del 5 e 7 dicembre 2023, un’ulteriore richiesta di rinnovo, con la quale si è provveduto anche a chiedere un innalzamento dei massimali nella misura di 335 mila euro per le imprese attive nei settori della pesca e dell’acquacoltura, e di 2,25 milioni di euro per tutte le altre imprese ammissibili al regime di aiuti esistente. Con decisione del 15 dicembre 2023, la Commissione europea, in accoglimento della richiesta di questo Governo, ha prorogato l’applicabilità della misura della decontribuzione in oggetto fino al 30 giugno 2024 ovvero con la massima estensione temporale compatibile con la scadenza del Quadro temporaneo Ucraina».

Fitto conclude affermando che «c’è bisogno di chiarezza. Questo Governo è costantemente al lavoro per tutelare gli interessi del Sud e per garantirne lo sviluppo. Il decreto-legge Coesione, approvato dal Consiglio dei ministri il 30 aprile scorso, va esattamente in questa direzione, prevedendo sgravi contributivi per le nuove assunzioni nel Mezzogiorno d’Italia e misure di sostegno all’avvio di nuove attività economiche in quei territori. Il Governo ha inoltre assunto tutte le iniziative necessarie per ottenere l’applicazione della misura della Decontribuzione Sud anche oltre l’orizzonte temporale attualmente autorizzato dalla Commissione europea».

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