Comunali a Bari e candidato del centrosinistra, terzo mandato, elezioni europee. Questi i temi del vertice riservato fra il sindaco Antonio Decaro e Francesco Boccia, senatore del Partito democratico, in Puglia per la presentazione di DigithOn. Un incontro informale, raccontano i rispettivi staff, per discutere degli scenari politici futuri. Percorsi tortuosi condizionati dalla riforma del Testo unico degli enti locali (Tuel), dal riordino delle Province con l’introduzione dell’elezione diretta, ma soprattutto dalla previsione di un terzo mandato per i vertici di Comuni e Regioni.
Il destino della riforma – è emerso dal confronto – sicuramente determinerà le scelte dello stesso Decaro e del governatore Michele Emiliano. Se passasse il terzo mandato, infatti, Decaro ed Emiliano resterebbero lì dove sono, al loro posto, e dovrebbero limitarsi solo a preparare le rispettive campagne elettorali seppur in tempi diversi: già l’anno prossimo per il sindaco di Bari, nel 2025 o probabilmente nel 2026 per il governatore. Tutto dipenderà dal pressing della Lega sul governo Meloni con il leader Matteo Salvini che sta cercando di “piazzare” la quarta ricandidatura per il presidente veneto Luca Zaia, manovra che passa proprio dall’ok al testo di riforma degli enti locali impantanato nelle commissioni parlamentari.
In questo quadro Boccia e Decaro hanno ragionato delle prospettive nel caso in cui la riforma restasse al palo. Il senatore di Bisceglie, in particolare, ha anticipato quello che potrebbe accadere a settembre, quando la direzione nazionale del Pd fisserà i criteri per le candidature alle europee. Il partito punta a vincere la competizione o comunque a ottenere un buon risultato per imporsi nelle famiglie del socialismo europeo e soprattutto per lanciare un segnale di vita e di ripresa a livello nazionale. Per questo l’orientamento è di candidare in Europa “acchiappavoti” sicuri, in primis i governatori. Al Sud certamente Emiliano e il campano Vincenzo De Luca. E così, anche contro le sue volontà, il governatore pugliese, che ha dichiarato di voler restare alla Regione fino alla fine del mandato, sarebbe costretto ad assecondare le volontà del partito. In quel caso Decaro passerebbe di diritto in pole-position come candidato alla Regione in un centrosinistra tutto da costruire.
La discussione è poi scivolata sulla scelta del candidato sindaco per Bari. Boccia e Decaro hanno condiviso la necessità di concordare un metodo comune nella formazione della coalizione. In generale si punta a un campo largo con l’ipotesi di primarie in caso di più candidati per un massimo di due per ogni partito. Attualmente ci sono in campo gli assessori in carica Paola Romano e Pietro Petruzzelli, ma anche i fratelli Michele e Nicola Laforgia per l’area radicale, senza dimenticare che l’assessore regionale Gianni Stea ha recentemente lanciato il nome dell’ex senatore Cassano per i civici. Da ultimo è tornato in auge anche il capo di gabinetto di Decaro, l’ex parlamentare Vito Leccese che potrebbe dare continuità ai due mandati del presidente dell’Anci.