«Grazie Puglia. Grazie Molfetta». Dalla tv a Montecitorio: con oltre il 40 per cento dei consensi Rita Dalla Chiesa è stata eletta deputata nel collegio uninominale in provincia di Bari, staccando di 15 punti il costituzionalista del M5S Nicola Grasso, e l’ex sindaco di Bitonto Michele Abbaticchio, considerato il “delfino” di Antonio Decaro.
Inizia per lei una nuova esperienza da rappresentante dello Stato, proprio come lo è stato il suo papà. Come si sente?
«Credo che mio padre sarebbe molto orgoglioso di quello che è successo e di come l’ho portata avanti malgrado quello che si è scatenato sui social, dove è stato tirato continuamente in ballo. Lui era molto fiero di me e di tutte le cose che ho sempre fatto nella mia vita prima che se ne andasse. Così come lo è mio fratello. Sicuramente mio padre è inarrivabile, se si pensa a tutto quello per cui ha lavorato e combattuto. Io farò una cosa diversa: cercherò di aiutare le persone che hanno aiutato me. Non le voglio deludere. Sarò spesso in Puglia per continuare a stare vicino a un territorio che ha risposto con tanto affetto alla mia candidatura».
La sua vittoria è abbastanza singolare, perché nel collegio uninominale di Molfetta lei era l’unica candidata non espressione del territorio a sfidare due personalità ben radicate nella comunità pugliese. Cosa ha fatto la differenza?
«Bisogna parlarci con le persone, ascoltarle, camminare insieme a loro senza avere il tempo scandito dall’orologio. Cercare di memorizzare il problema e farlo tuo per poterlo rappresentare, appunto, in Parlamento».
A proposito di questo, quali sono le istanze pugliesi che porterà con urgenza a Roma?
«Sicuramente il tema delle pensioni minime, argomento toccato in tutte le piazze e i mercati durante questa campagna elettorale. La priorità è poi aiutare le aziende che rischiano di chiudere a causa della burocrazia e del caro bollette. La Puglia è una terra tendenzialmente ricca e va aiutata ad essere coltivata dalle persone che la vogliono lavorare. Bisogna puntare sui giovani. Io resto perplessa sulla funzione del reddito di cittadinanza destinato a ragazzi che magari ricevono il sussidio e arrotondano con un lavoretto a nero. Bisogna restituire dignità al lavoro, senza quella non ci sarà mai un futuro per loro. Non ci si può accontentare di un sussidio. Questo ovviamente è un discorso che riguarda i giovani, non le persone che fanno fatica davvero e le famiglie in difficoltà. Per loro il reddito di cittadinanza va mantenuto».
In Puglia Forza Italia è entusiasta del risultato ottenuto.
«Sono molto contenta anche io, perché Forza Italia rappresenta il tono moderato del centrodestra, il Partito che sta bene in Europa, il cuscinetto tra Lega e Fratelli d’Italia in cui tantissime persone si ritrovano. La gente non ne può più di toni forti o di litigi. La gente vuole che la politica si occupi di loro. Quando verrò in Puglia se ci sarà, anche all’opposizione, qualcuno disponibile a dare una mano per risolvere i problemi dei cittadini, io ne sarò felice».
Per la prima volta una donna potrebbe sedere a capo del governo. Dalla Francia la premier Borne ha assicurato che vigilerà sulla tenuta dei diritti umani e di quello all’aborto. Le posizioni della leader di FdI su questi temi la imbarazzano?
«I diritti umani non sono mai stati messi in pericolo da Giorgia Meloni. Non scherziamo. Il Pd ha perso anche per questa storia di essere sempre contro e di inventarsi cose che non esistono. Giorgia non ha mai pensato nemmeno lontanamente di toccare la legge 194. Sono queste le cose che fanno male all’elettorato: le bugie dell’avversario per screditare qualcuno».