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Dal Papeete al Trampolino: Matteo Salvini riparte da Bari

Sarà il lido Trampolino il contro-Papete di Matteo Salvini atteso in serata a Bari con il volo delle 20,15. Il capitano ha scartato la tradizionale tappa nella discoteca di Milano Marittima, dicono per scaramanzia, dopo che il Papeete è diventato il simbolo del suicidio politico per Salvini che nell’estate 2019 a petto nudo chiese “pieni…

Sarà il lido Trampolino il contro-Papete di Matteo Salvini atteso in serata a Bari con il volo delle 20,15. Il capitano ha scartato la tradizionale tappa nella discoteca di Milano Marittima, dicono per scaramanzia, dopo che il Papeete è diventato il simbolo del suicidio politico per Salvini che nell’estate 2019 a petto nudo chiese “pieni poteri” al paese ed ottenne in cambio lo schiaffo del governo giallo-rosso. E allora niente moijto in discoteca e appuntamento consolatorio nel meno sfavillante Trampolino, considerata la spiaggia dei vip baresi.

La festa, in realtà programmata in tempi non sospetti, prima della caduta del governo, comincerà alle 20,30 con il segretario della Lega che sarà accolto, spiegano gli organizzatori, da un pubblico di 400 persone già registrate fra dirigenti e simpatizzanti. L’occasione per ridare coraggio alle milizie leghiste della Puglia fiaccate dalle ultime scoppole prese alle amministrative. Un partito quasi scomparso in molti comuni, incapace persino di presentare il simbolo alle elezioni. Tuttavia l’aria dei sondaggi in vista del 25 settembre ha rianimato i fedelissimi di Salvini, e lui stesso crede quasi ciecamente nella vittoria del centrodestra alle politiche.

Certo la Puglia, ed in particolare Bari con la presenza della coppia Emiliano-Decaro, non sarà terra di conquista come il centronord considerando il dominio incontrastato del centrosinistra alla regione Puglia che dura da 20 anni e le sconfitte in sequenza collezionate da Meloni, Salvini e Berlusconi in tutti i comuni e nelle grandi città: Bari, Brindisi, Lecce, Taranto. E se è vero che, per il momento, il centrodestra viaggia con il vento in poppa nei sondaggi, vero è anche che le stesse proiezioni assegnano a Salvini un ruolo di comprimario rispetto a Giorgia Meloni in ascesa inarrestabile al 25%. Il tutto con un programma brodino riscaldato che ricalca per filo e per segno le promesse mancate annunciate nel 2018. Guerra agli immigrati sotto ogni forma, che qui in Puglia producono punti di Pil, e pace fiscale, così come il leader maximo annunciò a tromba quattro anni fa. Ad offuscare l’immagine della Lega, inoltre, il caso Putin scoppiato durante la caduta del governo Draghi con il legame d’affari fra Mosca ed il partito di Salvini, misterioso intermediario di operazioni mai chiarite. Insomma non proprio il massimo delle ambizioni anche per quello che riguarda il programma e la futura squadra di governo. Temi sui quali Salvini non avrà certamente l’ultima parola, anzi sarà costretto ad ingoiare diversi rospi, a partire dalle candidature. La Meloni ha chiesto la metà di tutti i candidati nei collegi uninominali e plurinominali con Lega e Forza Italia costretti a spartirsi gli avanzi. In pole position per una riconferma ci sono gli uscenti Rossano Sassi, Roberto Marti e Anna Rita Tateo.

A seguire i consiglieri regionali Davide Bellomo, Giacomo Conserva, Gianfranco De Blas, Joseph Splendido. Un posto dovrebbero spuntarlo anche Nuccio Altieri, a capo dell’agenzia nazionale Invimit e Fabio Romito, consigliere comunale a Bari.

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