Da Cerignola la proposta di Emiliano a De Luca: «Scriviamo il programma a Schlein»

Michele Emiliano ha proposto a Vincenzo De Luca di scrivere un programma politico per il Partito democratico nazionale perché «abbiamo accumulato tanta esperienza come presidenti di Regione che potrebbe essere utile al partito». In particolare i due governatori hanno posto l’accenno su «un punto di vista del Sud, anche perché – ha detto il presidente della Campania in un faccia a faccia con quello pugliese durante un dibattito alla Festa dell’Unità di Cerignola – il Pd non si occupa in modo specifico di alcuni temi come la sicurezza urbana o non ha iniziative per le partite iva o i piccoli artigiani», in sostanza di quel ceto medio che viene così «lasciato esclusivamente alle destre». Ovviamente insieme a questi argomenti, De Luca ha insistito su uno dei suoi cavalli di battaglia e cioè «la sburocratizzazione degli apparati pubblici» a tutti i livelli.

Emiliano in campo

Da qui la proposta di Emiliano: una «collaborazione» per incidere sulla linea nazionale del partito. Insieme a questa ipotesi, nel corso del dibattito condotto da Annamaria Ferretti, giornalista ma oggi presidente del Primo municipio di Bari, ampio spazio è stato dato alla battaglia contro l’Autonomia differenziata che ha visto le due Regioni protagoniste, insieme a Toscana, Emilia-Romagna e Sardegna di un ricorso alla Corte costituzionale, così come deciso è l’impegno del Pd, a cui i due leader appartengono, nella raccolta firme per chiedere, sempre alla Consulta, un referendum abrogativo.

«Siamo rimasti molto soddisfatti – afferma Daniele Dalessandro, segretario del Pd di Cerignola e promotore del confronto tra Emiliano e De Luca – I due governatori insieme, partendo proprio da Cerignola, patria di Giuseppe Di Vittorio e quindi delle lotte per i diritti, a partire da quelli legati al lavoro, hanno promesso che contribuiranno insieme a scrivere le proposte politiche del Pd, dando al nostro partito la possibilità di essere ancora più di oggi la voce del mezzogiorno d’Italia».

La politica estera

Inoltre, i due presidenti di regione hanno fatto un passaggio anche sulla politica estera convenendo, come ha sottolineato proprio Emiliano, su un approccio meno di parte in particolare per quel che riguarda il conflitto in Terra Santa, dove è chiara la condanna per quel che è accaduto il 7 ottobre dello scorso anno per colpa di Hamas, ma 40mila morti, tra cui molti bambini, non sono una risposta equa da parte di Israele. Ecco perché, dicono i due governatori, è necessario che l’Italia «faccia sentire la sua voce nei consessi internazionali, a partire dalla Nato».

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