Crisi di governo, Quagliariello: «Continuità era unica via»

«Conte ha fatto una cosa lunare ma non dobbiamo per forza seguirlo sulla luna». Gaetano Quagliariello, politologo e senatore del Gruppo Misto, non condivide i motivi per cui si è arrivati a questa crisi politica. Per lui l’unica soluzione era proseguire con Mario Draghi.

Senatore, perché questo governo doveva andare avanti?

«Si è sbagliato l’approccio. I partiti stanno discutendo come se si dovesse decidere il governo dei prossimi anni. Invece si tratta solo di scegliere se si vuole arrivare alle elezioni in modo “ordinato” oppure no».

Ci sono numerose questioni sul tavolo che verranno affrontate prima che termini la legislatura.

«È vero ma parliamo di un esecutivo che sarebbe rimasto in carica quattro-cinque mesi, con voto a ottobre o a febbraio. Andare alle elezioni senza una guida del Paese rischia di creare solo macerie. Non credo che chi ambisce a governare possa sperarlo».

Il centrodestra si è ricompattato a favore del voto immediato. Anche Forza Italia.

«Noi, come Nuovo Centrodestra, non siamo stati coinvolti nei vertici di questi giorni e ne sono contento. Sono appuntamenti che nascono per mettere i paletti quando, invece, in questa fase andava fatto tutt’altro».

Cosa?

«Ascoltare e trovare il modo per concludere la legislatura nel modo migliore. Sento parlare di tirannia per il fatto che si volesse proseguire con questa esperienza di governo. Francamente non ha alcun senso. Ripeto, parliamo di pochi mesi».

C’è il rischio che il Paese reale non comprenda quello che accade in Parlamento?

«Sicuramente. Si è chiamato Mario Draghi perché c’era da gestire una situazione delicatissima sia dal punto di vista politico che economico. Una figura non a caso estranea alla politica. Oggi i problemi sono aumentati, non diminuiti».

È a rischio la tenuta sociale?

«Abbiamo un debito pubblico enorme e lo spread che cresce, la guerra da affrontare, il Pnrr da realizzare rispettando i tempi e una legge di bilancio che non si sa come verrà realizzata. Questa è la situazione e i problemi che vanno affrontati subito conservando credibilità a livello internazionale. Sì, abbiamo alle porte un autunno caldo e affrontarlo senza un governo non mi sembra una buona mossa».

Crede che sia davvero Giuseppe Conte il colpevole della crisi?

«È stato l’artefice del governo giallo verde e poi di quello giallo rosso. Le sue rimostranze delle ultime settimane mi sembrano pretestuose. Quello che non capisco, però, è perché altri si sono ostinati a seguirlo su questa linea. Mi fa pensare che Conte fosse solo il paravento per qualcun altro».

Nel centrodestra?

«Sì. Hanno avuto l’abilità di sfilarlo dalla colpa di aver causato questa situazione. Il Movimento Cinque Stelle ha provato a recuperare la sua antica purezza dopo aver governato con tutti. Invece di isolarlo si è sottratto a Conte il monopolio della responsabilità. Non mi sembra una buona strategia».

Si aspetta un appello alle forze politiche da parte del presidente della Repubblica?

«Non lo so. L’ipotesi più probabile è il voto anticipato».

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