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Costa Ripagnola: il parco è un miraggio. E spunta il piano per un maxi-hotel

A due anni dall’istituzione resta un sogno l’apertura al pubblico del Parco naturale di Costa Ripagnola. L’ente che dovrebbe gestirlo, ancorché nominato, resta un fantasma che non si vede né tanto meno muove un dito in attesa di ordini dall’alto. Il Consiglio regionale, dal canto suo, dovrebbe correggere la legge istitutiva del Parco affossata dalla…

A due anni dall’istituzione resta un sogno l’apertura al pubblico del Parco naturale di Costa Ripagnola. L’ente che dovrebbe gestirlo, ancorché nominato, resta un fantasma che non si vede né tanto meno muove un dito in attesa di ordini dall’alto. Il Consiglio regionale, dal canto suo, dovrebbe correggere la legge istitutiva del Parco affossata dalla Corte costituzionale con ben sei articolati cancellati di una norma ritenuta dagli ambientalisti un autentico obbrobrio. In realtà il testo di modifica sarebbe già pronto, ma resta inspiegabilmente sigillato nei cassetti dell’assessorato regionale all’Ambiente.

Nel frattempo la Regione Puglia potrebbe agire in proprio per valorizzare e tutelare il Parco acquisendo al proprio patrimonio le aree comprese sul litorale fra Cozze e Monopoli. Un proposito in passato più volte sbandierato dal Governo regionale, ma in realtà mai attuato. Di più, lo scorso 20 agosto la Giunta ha dato un segnale di totale disinteresse nei confronti dell’oasi naturale adottando una delibera a dir poco discutibile. L’ente, infatti, ha deciso di non esercitare il diritto di prelazione su un contratto di compravendita relativo all’area archeologica in località Macchie Costa Ripagnola con estensione di circa un ettaro. Il diritto di prelazione avrebbe consentito di mettere sotto tutela nel patrimonio pubblico una zona sensibile dell’intera area dando sostegno alle battaglie che da anni comitati e associazioni ambientaliste portano avanti per impedire la cementificazione di Ripagnola. Un provvedimento che avrebbe messo un punto fermo sulla reale volontà politica di realizzare il Parco a un prezzo a dir poco irrisorio pari a 12mila euro. Alla fine l’appezzamento, che confina con l’area dove dovrebbe sorgere il resort fra i trulli riapprovato di recente dalla stessa regione, finirà ai mano ai privati.

Risultato: il Parco naturale sembra allontanarsi sempre di più mentre s’intravede all’orizzonte l’assalto delle strutture turistiche in una zona di altissimo pregio rimasta da millenni allo stato naturale. E infatti a breve dovrebbe partire il cantiere per costruire l’albergo diffuso confermato dal permesso unico regionale alla ditta Serim. Mentre al comune di Polignano è spuntato l’altro progetto faraonico in cantiere depositato da una cordata guidata da una società spagnola insieme a grossi gruppi edili pugliesi. L’obiettivo è realizzare, a monte della costa di Ripagnola fra Cozze e Polignano, un mega-albergo a cinque stelle da 266 camere e 110 suite vista mare per un costo preventivato di circa 80 milioni di euro. Un’opera che, se approvata definitivamente, potrebbe spalancare le porte ad altre lottizzazioni che minacciano l’oasi naturale. Progettazioni che, approfittando di equivoci e buchi normativi presenti nella legge istitutiva di Parco Ripagnola, potrebbero trasformarsi in altrettante strutture turistico alberghiere a danno di paesaggio, storia e ambiente natuale.

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