La sindaca Adriana Poli Bortone non ritira la delibera di giunta emanata per costituire una short list di professionisti a cui affidare, a titolo gratuito, consulenze specialistiche, e annuncia di voler scrivere il regolamento insieme agli ordini professionali per disciplinare la materia istituendo un tavolo permanente. Gli ordini professionali, però, ribadiscono il loro “no” alla delibera e l’opposizione, con il consigliere Christian Gnoni, annuncia la presentazione di una mozione per chiederne la revoca. Tutto questo è emerso dai lavori dell’ottava commissione Statuto e affari generali, presieduta dal consigliere Maurizio Botrugno.
L’equo compenso
Non si placa, quindi, la polemica sulla delibera di giunta 307 del 13 settembre. La sindaca, durante il suo intervento, ha precisato che non ha speso oltre un milione e 300mila euro nelle sue precedenti consiliature per la redazione del pug, ma 221mila euro. «In quell’occasione furono impiegati sei consulenti a titolo gratuito», ha affermato Poli Bortone, richiamando un precedente per corroborare le sue tesi. La sindaca, poi, ha punzecchiato gli ordini professionali. «Nei cinque anni in cui ho fatto opposizione non sono stati mai convocati dall’amministrazione comunale, né li ho visti insorgere quando la vecchia amministrazione ha affidato tanti progetti a professionisti, indubbiamente bravi, ma non leccesi», ha sottolineato Poli Bortone. «Non esiste nel nostro ordinamento un divieto assoluto di incarichi gratuiti di consulenza a favore delle pubbliche amministrazioni», ha affermato Giacomo Mazzeo segretario generale del Comune. Secondo Mazzeo, anche il principio dell’equo compenso, più volte invocato dagli ordini professionali, non può impedire la gratuità delle prestazioni.
I professionisti
I rappresentanti degli ordini professionali presenti in aula hanno ribadito la loro contrarietà alla delibera. «Ribadiamo la nostra contrarietà alla delibera in quanto istituzionalizza e rende regola un’eccezione perché la possibilità riconosciuta dall’ordinamento vigente dell’attribuzione dell’incarico a titolo gratuito deve rimanere nell’ambito dell’eccezionalità e del caso straordinario», ha affermato Antonio De Mauro, presidente dell’Ordine degli avvocati. Invece, secondo il professionista, la delibera rende standard un procedimento attraverso la creazione della short list che, a suo avviso, viola la normativa vigente oltre a privare della dignità, della libertà e dell’autonomia le professioni intellettuali che hanno il giusto diritto a ottenere il compenso. «Restiamo fortemente critici e chiediamo la revoca del provvedimento», ha dichiarato De Mauro. Dopo la commissione Statuto, per discutere della delibera di giunta 307, si è riunita anche la dodicesima commissione Controllo, presieduta dal consigliere Antonio de Matteis. «Potremmo portare molte motivazioni alla base della richiesta di ritiro della delibera, motivi in merito alla non legittimità, motivi in ordine al Codice deontologico che vieta ai professionisti le prestazioni gratuite se non a determinate condizioni, che non sono quelle riportate in delibera, ma ciò che ci rende fermi sulla richiesta è la non opportunità della delibera. Chiediamo al governo cittadino di fermarsi, ritirare la delibera e interloquire con gli ordini professionale per trovare una posizione condivisa per il bene della comunità, ma che non mortifichi nessuno», afferma Antonio De Matteis.
Il dibattito politico
In serata ha fatto sentire la sua voce anche l’ex sindaco Carlo Salvemini secondo il quale la sindaca ha confermato quanto da lui sostenuto giorni fa: la contestata short list per incarichi gratuiti ha l’obiettivo di individuare un pool di professionisti cui affidare l’incarico di rivedere la proposta del nuovo pug predisposta dalla sua amministrazione. «Questa precisazione rende ancor più incomprensibile la decisione assunta perché omette di definire i veri obiettivi politici che si intendono perseguire, alludendo a retorici inviti alla partecipazione civica animata dal bene della città rivolta a liberi professionisti», spiega Salvemini che interviene anche sulla somma impiegata, dal 2004 al 2017 per la reazione del pug. «Come da relazione dell’ufficio Urbanistica a me consegnata, è stata di 1,27 milioni di euro. Il sindaco, che contesta questa cifra, può chiedere la stessa copia che fu a me consegnata per averne conferma. Naturalmente se necessario potrei provvedere di persona».