Consiglio regionale, Maurodinoia in aula? Un rebus il passaggio dell’ex assessora al gruppo misto

I fari sono puntati tutti su di lei, Anita Maurodinoia, ex assessora ai Trasporti e ancora consigliera regionale in quota Pd, indagata nell’ambito dell’inchiesta per corruzione elettorale che ha investito la regione Puglia, portando all’arresto del marito Sandrino Cataldo.

Sarà in aula oggi per votare la mozione di sfiducia nei confronti di Michele Emiliano proposta dal centrodestra proprio a seguito della bufera politico-giudiziaria che si è abbattuta sulle istituzioni pugliesi? C’è chi è pronto a scommettere che i suoi colleghi del Pd le hanno chiesto di presentarsi in Consiglio per assicurare al governatore anche un solo voto in più nella conta totale.

Oltre all’incognita sulla sua presenza e ai dubbi sul voto che potrà esprimere, resta ancora da sciogliere il nodo della sua appartenenza al gruppo consiliare del Partito Democratico. Dopo la notizia dell’inchiesta a suo carico e l’arresto di Cataldo, il Pd regionale aveva preteso e ottenuto dall’ex assessora le dimissioni, oltre che dalla giunta, anche da tutti gli incarichi di partito. Il paradosso è che però Maurodinoia, così come si evince dal sito del Consiglio regionale, risulta in qualità di consigliera ancora appartenere alla compagine dei dem.

La segreteria regionale del Pd prende le distanze e fa sapere che alla formalizzazione dell’addio manca la comunicazione ufficiale al Consiglio con conseguente passaggio al gruppo misto. L’abbandono definitivo non sarebbe ancora avvenuto perché Maurodinoia non ha presenziato a nessuno degli ultimi Consigli regionali. Quella di domani sarebbe la sua prima uscita pubblica in aula dopo il terremoto sul voto di scambio.

«Mentre Emiliano e il Pd continuano a dare lezioni di morale, in Consiglio regionale il presidente è assente e la Maurodinoia fa ancora parte del gruppo del Pd», scrivevano un mese fa il capogruppo di FdI Francesco Ventola e i consiglieri regionali Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Michele Picaro.

«Nel primo Consiglio regionale dopo la pesante scossa giudiziaria, che ha coinvolto Comune di Bari e Regione Puglia per voto di scambio e che ha portato alle dimissioni l’assessore Maurodinoia e alla rottura del campo largo, ci aspettavamo che il presidente Emiliano venisse in Aula per assumersi la responsabilità politica di quanto stava accadendo e chiedesse scusa ai pugliesi per aver leso l’immagine della Puglia, a livello nazionale, facendola diventare un modello di trasformismo clientelare – continuavano – Non solo, ci aspettavamo che la presidente del Consiglio, Capone, comunicasse che la Maurodinoia aveva lasciato il gruppo del Pd per aderire al misto, anche per dar seguito alle sue dimissioni dalle cariche del partito, dove è stata eletta, tenuto conto che i fari della Procura di Bari sono accesi anche sulle Regionali del 2020. Invece, nulla: Emiliano assente e la Maurodinoia sempre parte del gruppo del Pd. È la morale double-face, quella tipica del centrosinistra, pronto a puntare il dito e dare lezioni di etica, ma poi di fatto nelle stanze del potere si continua a gestire tutto con le stesse logiche e gli stessi sistemi, con la convinzione che prima o poi si calmeranno le acque e tutti dimenticheranno».

Oggi invece il presidente Emiliano in aula ci sarà, o almeno è in programma un suo intervento. Il voto o la presenza di Maurodinoia non dovrebbe cambiare le sorti politiche del governatore. Ma Se Azione dovesse votare in favore della mozione del centrodestra, ipotesi difficilmente realizzabile, gli equilibri in aula potrebbero cambiare. E il gruppo di Amati diventare l’ago della bilancia, in base anche al numero di presenti. Voterà con l’opposizione invece Italia Viva che, però, può contare solo su Massimiliano Stellato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version