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Consigliera neomamma si dimette perché non può collegarsi da remoto. Capone: «Inaccettabile»

«Non è accettabile quello che è avvenuto nel Consiglio comunale di Monza dove la consigliera Francesca Dell'Aquila è stata costretta a dimettersi perché il regolamento non permette che possa collegarsi in remoto per poter adempiere ad alcune esigenze da neo mamma». Ad affermarlo è la presidente del consiglio regionale della Puglia e vicepresidente nazionale del…

«Non è accettabile quello che è avvenuto nel Consiglio comunale di Monza dove la consigliera Francesca Dell’Aquila è stata costretta a dimettersi perché il regolamento non permette che possa collegarsi in remoto per poter adempiere ad alcune esigenze da neo mamma». Ad affermarlo è la presidente del consiglio regionale della Puglia e vicepresidente nazionale del Partito democratico, Loredana Capone, commentando quanto accaduto in Lombardia.

Francesca Dell’Aquila, consigliera del Pd al Comune di Monza, si è dimessa perché non le è stato concesso di partecipare alle sedute di Consiglio comunale da remoto. «Ho partorito a settembre e durante la gravidanza ho proposto al mio gruppo consiliare una revisione del regolamento – ha spiegato Dell’Aquila – perché consigliere donne in gravidanza prima e mamme e papà dopo la nascita del bambino, potessero assolvere al proprio impegno pubblico a distanza».

Seppure «il riscontro sia stato positivo – ha proseguito – mi è stato detto che sarebbe stato possibile nell’ambito di una revisione complessiva del regolamento, quindi tra circa un anno».

Loredana Capone evidenzia che «è arrivato il momento che tutte le assise pubbliche adeguino i loro regolamenti per permettere di conciliare la maternità agli impegni istituzionali. E questo deve avvenire con tempi celeri e procedure semplificate. Deve diventare un diritto acquisito e non una concessione».

Per la presidente del Consiglio regionale pugliese «nessuno deve essere costretto a scegliere tra il suo ruolo di genitore e lo svolgimento del suo lavoro pubblico o privato perché non ci sono le condizioni per poter conciliare, specie oggi, che come si è visto le tecnologie aiutano a lavorare accorciando le distanze. L’alibi di regolamenti vetusti rischia di cancellare anni di battaglia per la parità di genere. Non solo, ma mostra anche una reticenza intollerabile rispetto al cambiamento di modelli organizzativi funzionali a rendere chi vuole avere una famiglia, le donne in primis, ma anche gli uomini che vogliano dedicarsi al ruolo genitoriale, protagonisti di una nuova cultura meno maschilista».

In Puglia il Consiglio regionale ha approvato una legge che non solo consente il collegamento da remoto in caso di gravidanza a rischio e per l’allattamento, ma riconosce questa possibilità sia alla mamma che al papà.

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