Svincolo dune costiere, arriva la proposta di una legge di abrogazione. Fautrice la consigliera regionale Antonella Laricchia del Movimento 5 Stelle che, in mattinata, ha protocollato la proposta di legge per l’abrogazione dell’articolo 66 della legge di Bilancio, che estende le concessioni demaniali anche alle dune. Un’azione che arriva all’indomani dell’incontro, mediato da Antonella De Simone di Rivoluzione ecologista e animalista (Rea), tra la compagine ambientalista e l’assessora all’Ambiente Anna Grazia Maraschio. Come l’assessora, anche la consigliera pentastellata ha solidarizzato con gli attivisti che, molto chiaramente e scendendo in piazza, hanno manifestato il loro punto di vista sull’abrogazione. Per questo, ha deciso di dare loro voce proponendo l’abrogazione dello svincolo. «La voce del territorio è arrivata molto forte – afferma Laricchia – un parere negativo che non solo ha interessato i movimenti ambientali, ma anche i tecnici e gli esperti. È nostro dovere far valere questa voce».
Specifica poi che, sin dall’inizio, aveva nutrito dubbi e, pur comprendendone le motivazioni, ha deciso di astenersi dal votare l’articolo 66. «Le attività di tutela delle dune da parte dei Comuni difficilmente vengono eseguite – spiega – spesso a causa della mancanza di risorse. Questo punto di vista rendeva utile l’abrogazione. Ma d’altro canto, se il pubblico non ha le risorse, il privato non ha l’interesse, perché ha un interesse imprenditoriale che è diverso da quello pubblico».
Fondamentale, per la richiesta della revisione della posizione regionale sulle dune, è stato il dibattito pubblico e l’intervento delle associazioni, comitati e volontari ambientalisti, intervenuti a difesa del territorio. «Grazie a un dibattito che non si poteva avere in sede di bilancio – fa sapere – si è potuto guardare anche l’altra faccia della medaglia. Finché avremo dei cittadini così interessati, attenti e appassionati del loro territorio siamo salvi. È molto bello vedere azioni di cittadinanza attiva, che richiamando i rappresentanti e li invita all’ascolto». Soluzioni alternative alla totale privatizzazione ci potrebbero essere, e non sarebbero impraticabili. «Non voglio assolutamente demonizzare i privati – ci tiene a chiarire – ma penso che attraverso un tavolo di concertazione, tra pubblico e privato, si raggiungerebbe lo stesso scopo. Un’azione di collaborazione tra pubblico e privato».
Potrebbe questa scelta, che si distacca da quanto deciso in sede regionale, creare delle crepe nell’attuale alleanza tra partiti di maggioranza? Per la consigliera pentastellata la risposta sarebbe no. «Dal punto di vista politico vedremo cosa questo comporterà. – dichiara – C’è buona fede in entrambe le posizioni e parto dal presupposto che per un’azione, che sembrava giusta, è previsto anche un ripensamento. Ma se ci dovessero essere resistenze, ci sarà da chiedersi come mai e affrontarle. Per il momento mi auguro che non ci siano».