Cinque i candidati alla carica di sindaco nel Comune di Potenza, quattro uomini e una donna, e 17 le liste. Ma sulla scheda elettorale non ci sarà il simbolo del Partito Democratico.
Francesco Fanelli (Lega) corre per il centrodestra (allargato ad Azione e Italia Viva) che sceglie di ripetere lo schema vincente delle regionali con la riconferma di Bardi. Tre i contendenti nel centrosinistra: i consiglieri comunali uscenti Francesco Giuzio, Pierluigi Smaldone, sostenuto anche dal M5S e Vincenzo Telesca.
E proprio sul nome di Telesca si è consumata la spaccatura nel Pd, insanabile a tal punto da decidere di partecipare alla competizione elettorale senza il simbolo. Le divergenze tra le diverse anime del partito erano emerse quando pochi giorni fa, dopo aver annunciato come unitaria la candidatura di Telesca, il segretario lucano dem Giovanni Lettieri era stato costretto a precisare che «solo la maggioranza del gruppo dirigente del Pd» lucano ne avrebbe appoggiato la discesa in campo.
In un post, Vito Santarsiero, ex sindaco di Potenza e componente della Direzione nazionale del Pd, aveva poi invocato l’intervento di Schlein e spiegato che si trattava di una scelta «non sancita e non approvata da nessun organo politico, e fatta d’imperio dal segretario regionale che per sua scelta o inattività, nella città capoluogo ha lasciato il partito cittadino da oltre un anno in uno stato comatoso». Per Santarsiero la decisione di convergere su Telesca «rappresenta l’elemento di caduta finale di un partito regionale senza guida, senza visioni e preda di cacicchi locali e regionali».
L’unica donna in gara per la poltrona di sindaca è Maria Grazia Marino, sostenuta da Forza del Popolo. Fanelli è invece appoggiato da sette liste (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Noi Moderati, Potenza civica-Fanelli sindaco, Insieme per Potenza-Amiamo Potenza, Orgoglio lucano); Telesca da cinque (Uniamoci per Potenza-Telesca sindaco, La Potenza dei Cittadini-Potenza democratica; Insieme per Potenza, Basilicata Casa Comune e Potenzaprima), Giuzio da Basilicata Possibile e infine Smaldone da tre formazioni (Potenza Ritorna, M5S e Città nuova). «Ci candidiamo per offrire alla città di Potenza una risposta alla sua disperata richiesta di futuro contro una destra che in questi anni ha annullato servizi e spento ogni speranza e di sviluppo – ha spiegato ieri Smaldone – come pure ci candidiamo contro ogni tentativo di riproporre stagioni politiche fatte di interessi e capibastone. Questa città ha bisogno di tornare a sognare con una rinnovata classe dirigente fresca, motivata, competente, appassionata e capace di nuove visioni. È con questo spirito che scendiamo in campo chiedendo ai cittadini di sostenerci convintamente e massicciamente. E il primo passo di un lungo viaggio».