Comunali a Lecce, il caso delle marine rimaste senza seggio. Poli Bortone: «Residenti discriminati»

«C’è una chiara volontà politica per non fare votare a Frigole i residenti delle marine». È il grido unanime di tutto il centrodestra che ieri si è riunito a Frigole per manifestare.

Adriana Poli Bortone ha fatto suo, insieme a tutte le forze della coalizione, l’impegno del Movimento Regione Salento che per primo ha perorato la causa dei residenti che vogliono votare nella marina. Al momento, la sede storica in cui si andava ad esercitare il diritto-dovere non può essere utilizzata.

«Le sedi alternative perché i residenti delle marine votino a Frigole ci sono», afferma Poli Bortone. «Ringraziamo la prefettura, organo del governo italiano sul territorio, per l’attenzione che ha prestato alle esigenze dei cittadini, individuando, con un lavoro certosino e pregevole, le possibili sedi alternative. Ringraziamo anche l’Università che ha messo a disposizione una sua sede, assolutamente idonea.

Allo stato, dunque, non c’è alcuna giustificazione al fatto che i residenti del litorale non debbano esprimere il loro diritto, come hanno fatto sempre, in un seggio a Frigole, e invece debbano recarsi nel capoluogo, con sacrifici, soprattutto per le persone anziane», spiega la senatrice. «Tra l’altro, questo fatto di aver stabilito il seggio a tanti chilometri di distanza crea una grave disparità rispetto a tutti gli altri elettori leccesi che, invece, hanno la possibilità di andare a votare a pochi passi da casa. La prefettura non può essere disattesa rispetto alla volontà di un sindaco che, è chiaro, non intende consentire agli abitanti delle marine di avere una loro sede», accusa la candidata del centrodestra.

«Si tratta di cittadini (circa quattromila) che hanno sempre partecipato attivamente alle campagne elettorali. Mi auguro che l’8 e il 9 giugno non siano costretti ad utilizzare i mezzi per recarsi al voto. Noi, comunque, se sarà necessario, metteremo pullman a disposizione di tutti, nostri simpatizzanti e non. Stiamo parlando di diritti civili. Stiamo parlando dell’esercizio della democrazia», conclude Poli Bortone.

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