«Le primarie sono un fatto superato: farle significherebbe ammettere il fallimento della politica. Le situazioni di stallo? Non fanno male se si rivelano costruttive». Ha una visione lucida e concreta del contesto politico barese, in fermento per le prossime elezioni amministrative, Alberto Tedesco, socialista, ex senatore e assessore regionale alle Politiche della Salute. Che, dopo Decaro, auspica per la classe dirigente del capoluogo «discontinuità nel segno della continuità».
Senatore, quella a cui siamo assistendo pare una fase di stallo nel centrosinistra barese. Come la giudica?
«Guardi, io mi oriento con i criteri della cosiddetta vecchia politica. In passato, trovarsi in una fase di stallo significava essere impegnati nella fase costruttiva della politica. Il dire e non dire a cui assistiamo sottende iniziative diplomatiche da parte di tutti. E io credo che ci sono tutti i presupposti per trovare una soluzione insieme».
Una soluzione che, a quanto pare, dovrà passare attraverso le primarie.
«Le primarie sono un fatto ormai nettamente superato. Parliamoci chiaro, esse si tirano in ballo quando si vuole buttare la palla in tribuna. Se la classe politica aprisse gli occhi e si rendesse conto della difficile e delicata situazione che si sta vivendo, anche a livello internazionale, capirebbe che questo è un passaggio da bypassare. Farle significherebbe delegare ad altri ciò che la politica dovrebbe fare, ammettendo in modo inesorabile il suo fallimento».
Ma se si dovessero fare, i socialisti si defilerebbero dalla coalizione?
«Questa è una scelta che tocca al partito, la mia personale opinione è che, per il bene di tutti, è meglio evitarle».
Chi, tra i nomi in campo, ritiene abbia le carte in tavole per essere il candidato?
«Il centrosinistra ha una ricchezza di proposte. Paola Romano, per esempio, una giovane donna con una notevole esperienza amministrativa alle spalle. Con lei, un altro assessore, Pietro Petruzzelli, che ha dimostrato capacità nelle posizioni ricoperte. C’è poi il deputato Marco Lacarra: in questa fase, non guasterebbe convergere su qualcuno che ha maturato esperienza anche nel contesto nazionale. All’interno della società civile, invece, ritengo che la migliore personalità è Michele Laforgia. Parliamo di un professionista competente che negli ultimi anni ha avuto modo di impegnarsi nella vita politica grazie alle attività della sua associazione, La Giusta Causa».
A proposito di società civile, lei più volte è stato critico sul civismo pugliese. Ribadisce queste posizioni?
«Non si facciano confusioni tra società civile e civismo così come praticato negli ultimi anni. Esso si è manifestato in aggregazioni che sono sommatorie di soggetti provenienti dal mondo politico, non di certo dalla società civile».
Certo, la situazione sarebbe stata diversa se Decaro avesse lasciato un “erede” politico.
«A mio avviso, Decaro ha fatto bene a mantenere un profilo basso. Ma ora, sia lui che Emiliano, devono capire che è arrivato il momento di rompere gli indugi, non fosse altro che per le grandi responsabilità politiche che rivestono».
Spostando lo sguardo sull’altro fronte, guarda con preoccupazione al centrodestra?
«Fossi in loro, mi preoccuperei di trovare un candidato. Una forza come il centrodestra, che si trova al governo, dovrebbe poter contare su una pletora di candidati politici. E invece non è così».
Come giocheranno la partita i socialisti?
«Avremo una nostra lista, con il nostro simbolo, e con candidati che vengono da esperienza politiche ed espressione della società civile. Quello che serve alla città, dopo questi venti anni, è d’altronde proprio questo: garantire discontinuità all’interno della continuità. E noi daremo il nostro contributo».