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Comunali a Bari, centrodestra sempre più nel caos: Dambruoso verso il dietrofront

Chi credeva che l’ipotesi di scioglimento del Comune di Bari potesse spianare al centrodestra la strada verso Palazzo di città, è destinato a essere smentito. Perché, paradossalmente, l’invio degli ispettori del Viminale ha complicato, anziché semplificare, la “riconquista” di Palazzo di città da parte di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. E questo per un…

Chi credeva che l’ipotesi di scioglimento del Comune di Bari potesse spianare al centrodestra la strada verso Palazzo di città, è destinato a essere smentito. Perché, paradossalmente, l’invio degli ispettori del Viminale ha complicato, anziché semplificare, la “riconquista” di Palazzo di città da parte di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. E questo per un motivo molto semplice: il magistrato Stefano Dambruoso e il parlamentare Filippo Melchiorre, finora in pole position per la candidatura a sindaco, sembrano ora poco entusiasti all’idea di guidare un’amministrazione che potrebbe essere commissariata poche settimane dopo il voto.

Nel centrodestra, d’altra parte, sono tutti più o meno convinti che il Comune di Bari sarà commissariato. Il punto è quando. Se la decisione dovesse arrivare prima delle elezioni dell’8 e 9 giugno, a essere travolta sarebbe l’amministrazione Decaro, con la conseguenza che il voto slitterebbe di almeno 18 mesi. Una simile prospettiva potrebbe risultare favorevole al centrodestra che, in questo modo, avrebbe il tempo di riorganizzarsi e individuare un candidato sindaco all’altezza. Se il commissariamento dovesse arrivare dopo le elezioni, invece, a essere sciolti sarebbero il Consiglio appena eletto e la Giunta appena nominata. E se a vincere dovesse essere il centrodestra, il sindaco appena eletto dovrebbe, suo malgrado, tornare a casa dopo il voto.

Ed è proprio questo lo scenario che adesso agita il centrodestra. A cominciare, ovviamente, da Dambruoso e Melchiorre. Il primo rischia di mettersi in aspettativa, vincere le elezioni, poi vedersi sciolto il Consiglio comunale e infine rimanere “ai box” per diversi mesi, prima di poter indossare nuovamente la toga. Il secondo rischia ancora di più. In caso di elezione a sindaco, infatti, Melchiorre dovrebbe lasciare il Senato. Ma se poi il Comune venisse commissariato, l’esponente di Fratelli d’Italia finirebbe per trovarsi senza la poltrona di sindaco e senza lo scranno a Palazzo Madama. Ecco perché potrebbero presto riprendere quota due candidature che sembravano tramontate e cioè quelle dei consiglieri regionali Michele Picaro di Fratelli d’Italia e Fabio Romito della Lega, con quest’ultimo sfavorito dai sondaggi.

E poi c’è un altro elemento: la folla oceanica, che sabato scorso ha invaso piazza del Ferrarese per testimoniare la propria solidarietà ad Antonio Decaro, ha fatto maturare a molti esponenti del centrodestra la convinzione che l’avvio dell’iter per lo scioglimento del Comune sia stato un clamoroso boomerang. In altre parole, l’invio degli ispettori a Palazzo di città avrebbe ulteriormente rafforzato il legame tra Bari e il centrosinistra. Col risultato che adesso, nel centrodestra, scegliere un candidato sindaco è come cercare un ago in un pagliaio.

Che i partiti siano in confusione, d’altra parte, lo rivela un episodio verificatosi durante la videocall che ha preceduto la conferenza stampa dei parlamentari di centrodestra di ieri. Al termine, Francesco Ventola, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale e probabile candidato alle europee, avrebbe chiesto a Marcello Gemmato aggiornamenti sul candidato sindaco per Bari. Il sottosegretario, però, non sarebbe stato in grado di indicare un nome: una conferma della confusione in cui è piombato il centrodestra barese.

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